Processo sulle intimidazioni al Lido, opposizione: “Comune fuori, aspettiamo le motivazioni del sindaco”

Le forze di opposizione già a dicembre avevano contestato l’assenza di questo passaggio, definendola “inspiegabile e irresponsabile”

«Si è aperto il processo per le intimidazioni sull’assegnazione dei chioschi sul lungomare di Latina, ma il Comune non si è costituito parte civile, come invece annunciato mesi fa dalla Sindaca». A denunciarlo sono le forze di opposizione, che già in consiglio comunale a dicembre avevano contestato l’assenza di questo passaggio, definendola “inspiegabile e irresponsabile”.

«In quell’assise – ricordano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – la Sindaca aveva annunciato l’apertura di un’istruttoria interna per capire come mai gli atti utili alla costituzione di parte civile non fossero arrivati in giunta. Ma da allora tutto tace. A che punto è questa indagine? È mai partita? E se sì, cosa ha prodotto?»

La vicenda prende le mosse nel 2017, con un esposto contro ignoti presentato in questura personalmente dall’allora sindaco Damiano Coletta, dopo alcune misteriose rinunce all’assegnazione del primo chiosco al Lido da parte dei legittimi aggiudicatari. Da lì l’indagine della Procura di Roma, avviata nel 2021, che ha svelato un clima di intimidazione capace di influenzare l’aggiudicazione e di condizionare altri esercenti sul lungomare.

«Non solo – aggiungono i consiglieri – l’inchiesta si intreccia con l’indagine “Assedio” sul pressing mafioso ad Aprilia, che potrebbe portare allo scioglimento del Consiglio comunale, oggi commissariato».

Per l’opposizione, il Comune di Latina non può restare fuori da questo processo. «La costituzione di parte civile è un atto necessario: siamo davanti a una vicenda che ha danneggiato l’immagine della città e il tessuto economico locale, mostrando un’imprenditoria sotto scacco della criminalità. L’amministrazione aveva parlato anche di una causa risarcitoria in sede civile: a che punto è?».

«Omettere la delibera per incaricare l’avvocatura alla costituzione di parte civile è un fatto gravissimo – ribadiscono – e ci chiediamo se siano ancora aperti i termini per rimediare. La Sindaca aveva promesso chiarimenti pubblici che non sono mai arrivati».

«La costituzione di parte civile non è solo un atto formale: è il segnale chiaro che l’amministrazione sta dalla parte della legalità. La giunta Celentano lo deve ai cittadini, alle imprese oneste, a tutto il territorio. Basta rinvii: servono azioni concrete, senza sconti per nessuno».

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