Si è svolta a Napoli il mese scorso presso lo spazio autogestito dell’ex Asilo Filangeri la terza edizione del Convegno di Mare Libero, importante coordinamento nazionale dedicato alla difesa delle coste e delle spiagge e per la fruizione accessibile e gratuita del demanio pubblico contro ogni forma di occupazione abusiva e di restrizione all’accesso, al quale ha partecipato anche il Circolo Legambiente di Terracina “Pisco Montano” rappresentata da Anna Giannetti, Presidente del Circolo con Legambiente nazionale rappresentata da Sebastiano Venneri, resp. Nazionale Mare, presentando proposte per una gestione ottimale e bilanciata tra interesse pubblico e privato delle spiagge e delle coste puntando l’attenzione alla costante perdita di sedimento sabbioso dovuto alla erosione costiera e al tema degli eventi meteomarini che anno su anno diventano sempre più disastrosi come riporta l’annuale Rapporto Spiagge Legambiente 2024 https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/Report_Spiagge_2024.pdf
Legambiente Terracina, membro della sezione Lazio di Mare Libero e molto attivo da anni sulla questione spiagge e arenili in concessione, osserva invece che a Terracina, dopo una partenza che sembrava almeno in parte positiva con la delibera giuntale N. 104 del 29/12/2023 nella quale si affermava senza ambiguità che le evidenze pubbliche dovevano essere predisposte entro la fine del 2024, il Comune di Terracina non ha invece avviato le gare nel 2024, credendo ancora alle favolette della politica nostrana amante delle proroge sine die, tutte sconfessate dal TAR e dal Consiglio di Stato (ultima quella pubblicata il 4 aprile scorso N. 02907/2025REG.PROV.COLL. N. 01750/2025 REG.RIC) e arrampicandosi sugli specchi con la cosiddetta (a nostro avviso, come più volte rimarcato, inutile, dannosa e strumentale) rivisitazione del Piano Utilizzazione Arenili- PUA, tra disperati ricorsi da parte dei balneari terracinesi per vedersi riconosciuto il titolo concessorio fino al 2033 accampando vecchi avvisi pubblici del 2021, nuovi entranti nel mercato che sono ricorsi al TAR del Lazio, sezione di Latina, ottenendo giustizia con una sentenza epocale (pubblicata il 20/11/2024 N. 00742/2024 REG.PROV.COLL. N. 00305/2024 REG.RIC) dove si afferma la necessità di adeguarsi alle normative europee e ribadisce testualmente che “l’illegittimità delle proroghe oltre il 31.12.2023 (termine ultimo individuato dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con le richiamate sentenze nn. 17 e 18 del 2021) determina l’illegittimità della occupazione della porzione di demanio marittimo da parte del concessionario, ormai privo di valido titolo che la giustifichi, con conseguente obbligo immediato di sgombero dell’area”, disabili privati di accesso che sono anch’essi ricorsi al Tribunale anche con cause civili ottenendo giustizia (come da ordinanza ex art. 702 bis c.p.c. nella causa civile di primo grado iscritta al n. 2698/2022 del R.G.A.C., del 19 settembre 2024) dove si “ordina al Comune di Terracina la cessazione della condotta discriminatoria attraverso la realizzazione, entro il 31 maggio 2025 delle opere indicate nella consulenza tecnica d’ufficio disposta nel presente procedimento”, mentre i concessionari anche quelli terracinesi sono ormai indiscutibilmente tutti sine titulo ovvero privi di titolo concessorio e l’Amministrazione, anche a seguito della recente riunione con la categoria, non è riuscito ad imporre un suo modello di gestione equilibrata e aperta della costa, contemperando interesse pubblico e privato, come segnalato anche dal recente parere n.DC11237 dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che individua giustamente possibili profili anticoncorrenziali in materia di concessioni a Terracina.
Con la ultima Ordinanza Dirigenziale N. 58 del 29/03/2025 e con la DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE Settore Demanio Marittimo N. 749 del 01/04/2025 e in trepida attesa del decreto indennizzi – ritardato da una pesante lettera della Direzione generale Mercato Interno e Pmi dell’Ue (Dg Grow) la quale rende esplicito, tutelando al contempo gli interessi dei consumatori e promuovendo la concorrenza, che vanno escluse categoricamente sovra-compensazioni per gli operatori uscenti e non saranno ammessi nel calcolo degli indennizzi il valore aziendale e l’avviamento, le strutture non realizzate legalmente con l’autorizzazione dei Comuni, le opere non amovibili per le quali i Comuni hanno ordinato la demolizione, le strutture fisse e quelle di “difficile rimozione” acquisite dallo Stato ma anche le strutture rimovibili, in quanto il concessionario uscente avrà la possibilità di mantenerle o rivenderle, poiché l’investimento è considerato parte del rischio d’impresa- , l’Amministrazione di Terracina, già gravata dalle sentenze sfavorevoli del TAR del Lazio, cerca di far dimenticare i colpevoli ritardi e nonostante le concessioni siano ormai scadute (cosa che non viene menzionata negli atti) non si preoccupa di acquisire a patrimonio i beni incamerati dallo Stato (manufatti in cemento ormai degradati che potrebbero anche essere abbattuti) ma invece garantisce autorizzazioni a soggetti che non hanno più titolo per erogare servizi, lasciando che gli stessi operino con enormi mezzi cingolati e ruspe, devastando quello che resta del nostro ormai distrutto litorale e predispone, anticipando i bandi, criteri e sottocriteri del tutto sbilanciati a favore degli attuali concessionari, che aprono a ipotetici scenari di project financing sotto mentite spoglie, alcuni dei quali chiaramente in contrasto con la normativa comunitaria e facilmente impugnabili dai nuovi entranti, in quanto palesemente levisi del diritto alla concorrenza.
“Siamo ormai arrivati ad un punto di non ritorno con il clamoroso fallimento della mappatura delle coste imposta dal Governo Meloni e respinta dalla UE e nulla potra’ ormai impedire i bandi pubblici per riassegnare i tratti che i Comuni riterranno di assegnare con evidenza pubblica. Nel frattempo tutti i concessionari sono privi di titolo e tutti i manufatti in cemento, incamerati allo Stato, dovrebbero essere acquisiti a patrimonio dei Comuni. Piuttosto che continuare a perdere tempo in estenuanti e inutili battaglie legali e con l’Unione Europea, sarebbe il caso che gli operatori del settore si applicassero con i Comuni a individuare veri criteri di premialità ambientali da inserire nei bandi per le nuove concessioni, tenendo conto delle necessità. È pacifico inoltre che i canoni debbano essere innalzati, ma più importante sarebbe che le risorse raccolte rimanessero sul territorio e fossero destinate a progetti seri di lotta all’erosione costiera e rinaturalizzazione del litorale. Quanto accaduto a Ostia nell’ultimo mese conferma la presenza di interessi opachi ai margini di un comparto cui bisogna restituire trasparenza, ambiente e nuove visioni” afferma Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Mare di Legambiente.
“Con la deliberazione di giunta comunale n° 104 del 29/12/2023 pur con molti distinguo avevamo notato comunque un segnale positivo della nuova Amministrazione e ne avevamo dato merito, mentre dobbiamo tristemente affermare che il 2024 è passato senza nessun segno di cambiamento di passo, visto che si continua a non occuparsi troppo delle spiagge libere e dei servizi ad esse destinate, ad incontrare solo i rappresentanti dei balneari, piegandosi alle loro necessità e provando a convincerli che non esiste alternativa ai bandi, lasciando fuori le Associazioni ambientaliste e dei consumatori, il Coordinamento Mare Libero e i Sindacati degli operatori del comparto balneare. Vogliamo che accanto all’Osservatorio del Turismo recentemente costituito sia costituita una vera e propria Consulta del Mare a Terracina, con cittadini ed associazioni di disabili, ambientaliste, animaliste e dei consumatori, sindacati e comitati che rappresentino anche l’interesse pubblico che deve rimanere l’unico interesse costituzionalmente garantito, con tutto il rispetto per le imprese balneari. Notiamo infatti che sia nella ordinanza che nella Determina non esiste nessun riferimento alle spiagge libere, alla loro importanza per i cittadini e i turisti, e neanche alla prevenzione della erosione costiera che ormai sta distruggendo il litorale verso nord, alla tutela delle tartarughe marine e questo dopo una lotta, durata anni, fatta dal nostro Circolo proprio per riequilibrare la percentuale di spiagge libere, per riaffermare il diritto dei nostri animali di affezione a stare sulle spiagge anche in aree dedicate, per tutelare la fauna marina e riaffermare il rispetto della legge regionale. Dopo le molteplici sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che hanno riaffermato principi costituzionali inderogabili, e che confermano, come nell’ultima sentenza del CdS “l’obbligo di disapplicare le disposizioni nazionali non conformi al diritto comunitario (nella specie, tutte le disposizioni nazionali che hanno introdotto e continuano ad introdurre, con una sistematica violazione del diritto dell’Unione, le proroghe delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative) che incombe non solo sui giudici, ma anche sulle autorità amministrative ivi comprese quelle comunali”, è ora di riaffermare l’esistenza del bene comune “spiaggia” come il bene comune “acqua”, impegnare lo Stato alla tutela del bene dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, e rendere le concessioni finalmente una eccezione e non la regola” dichiara Anna Giannetti, Presidente di Legambiente Terracina e Consigliere Nazionale dell’Associazione e membro della Assemblea Mare Libero Lazio.
“Le scandalose proroghe reiterate per decenni dalle amministrazioni comunali, che hanno assicurato a poche famiglie la gestione esclusiva di tratti di demanio pubblico, hanno di fatto impedito e bloccato l’emergere di un ricambio economico nel settore balneare, trasformando i lidi e le spiagge italiane in aziende a conduzione e a trasmissione familiare. E’ questo che rende i bandi per le spiagge così indigesto per la categoria, e dobbiamo ringraziare la Direttiva europea Servizi “Bolkestein” per aver messo in luce questa incredibile incongruenza, solo ed esclusivamente italiana. La direttiva in questione si applica a tutte le concessioni demaniali, senza esclusioni, nonostante i molti tentativi dei comuni costieri di trovare escamotage per evitarlo, tutti destinati a infrangersi contro il muro della legge. Come Mare Libero ci impegneremo per una serie di interventi per riportare da subito i Comuni del Lazio, e tra questi Terracina, in un quadro di legalità, anche vista la complessa operazione giudiziaria Free Beach ancora in fase di completamento, non escludendo ricorsi presso l’AGCM e in Procura e l’organizzazione di un prossimo evento a Terracina proprio per ribadire il fatto che, ad oggi, l’unico quadro di legalità possibile è riportare tutte le spiagge a spiagge libere e predisporre i bandi, senza artifizi o impropri vantaggi per i concessionari uscenti. E’ fondamentale che le amministrazioni comunali si ricordino cosa sono realmente le spiagge: non dei luoghi di fatturazione, ma degli ambienti naturali da preservare, la cui libera e gratuita fruizione, deve essere garantita a tutta la cittadinanza, come previsto dalla Costituzione”, dichiara Roberto Del Bove, Referente Lazio di Mare Libero.