“In relazione all’intervento della candidata della destra al Consiglio Regionale del Lazio Anna Scalfati sul tema del lago di Sabaudia è necessario ribadire l’impegno del PD in favore dei cittadini di Sabaudia contro il residuo feudale che vede il lago di Paola sottratto alla comunità cittadina come bene pubblico. Quanto ai rilievi fatti al PD sulla normativa citata, ossia la legge Galli, alla candidata della destra ricordiamo che l’intervento del PD sottolinea come quanto contenuto dalla legge Galli sia stato recepito dal Decreto Legislativo 152 del 2006, Codice dell’Ambiente, che all’art. 144 primo comma così dispone “Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato”. Ciò premesso, siamo disponibili a riconoscere lo status di crocerossina alla candidata della destra Anna Scalfati in virtù dei suoi trascorsi giovanili, non certo quello di giureconsulto” – così Carmela Cassetta, candidata del PD al Consiglio regionale del Lazio.
“Proprio per questo rileviamo che la sentenza della Cassazione Civile a Sezioni Unite n. 5992/2012
ha rigettato il ricorso degli eredi Scalfati sulla supposta natura privata del lago, poiché la materia del contendere non era attinente la demanialità del lago ma la pronuncia del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche dell’8.03.2011 con cui aveva confermato la legittimità del divieto di navigazione delle barche a motore all’interno del lago come stabilito dall’ente Parco Nazionale del Circeo.
Manca dunque il riconoscimento della demanialità del lago che è per sua natura pubblica e i cittadini di Sabaudia non possono continuare a subire questa privazione odiosa. Il PD continuerà a battersi per l’interesse pubblico ossia quello della cittadinanza di Sabaudia e chiederò l’iscrizione del lago nell’elenco del demanio idrico regionale” – prosegue.
E conclude: “Quanto ai fondi pubblici ricordiamo che l’unico intervento di risanamento lo ha fatto il Comune di Sabaudia con il progetto circumlacuale. Mentre i cittadini di Sabaudia a fine anni ‘90 hanno pagato attraverso lo Stato circa 9 miliardi di vecchie lire agli Scalfati per l’inquinamento ambientale del lago. Penso che la servitù anacronistica subita da tanti decenni dai cittadini di Sabaudia debba terminare e mi batterò perché prevalga il diritto della comunità al lago pubblico”.