Secondo i dati più recenti disponibili, circa il 75-80 per cento delle pazienti arriva alla diagnosi di tumore ovarico con una malattia in fase avanzata e appena 10 su cento scoprono un tumore ancora circoscritto alle ovaie o alla pelvi, magari nel corso di una visita periodica dal ginecologo.
Perchè accade? Che cosa possono fare le donne per ridurre il rischio di una patologia che, pur essendo relativamente poco diffusa, fa registrare in Italia oltre 5.000 nuove diagnosi l’anno e oltre 3.000 decessi? Una delle risposte possibili è informarsi, essere consapevoli non solo dei fattori di rischio, ma anche dei possibili campanelli d’allarme che possono fare la differenza in termini di possibilità di cura. – A fare chiarezza la Fondazione Umberto Veronesi.
In mancanza di screening
A differenza di quanto disponibile per altri tumori femminili (come quello del seno e della cervice uterina), per la diagnosi precoce del tumore dell’ovaio non esistono ad oggi programmi di screening validati, ad eccezion fatta per le donne portatrici alterazioni dei geni BReast CAncer gene 1 e 2 (BRCA1 e BRCA2). Inoltre la diagnosi è resa difficile dalla posizione delle ovaie, situate in una zona del corpo poco accessibile. Anche i sintomi che possono fare sospettare il tumore sono molto vaghi e generici, ma è bene conoscerli.
I sintomi del tumore ovarico
I segnali della presenza della malattia possono variare da donna a donna e da caso a caso. Per lungo tempo si è pensato che non esistessero sintomi precoci del tumore ovarico, tuttavia una serie di studi recenti ha mostrato che alcuni sintomi sono presenti anche nelle prime fasi della malattia.
Questi includono: dolore addominale o pelvico che si propone in forma regolare ma non necessariamente continuativa; senso di pienezza precoce e di non riuscire a mangiare nella solita quantità; distensione addominale che persiste (non quella normale che va e viene). Altri sintomi includono una modificazione delle abitudini intestinali, la frequenza minzionale, il sanguinamento vaginale, altre sintomatologie intestinali
Trattandosi di sintomi generici, è molto probabile che quando si presentano siano dovuti ad altre cause e non ad un tumore ovarico. Non devono allarmare. Tuttavia se persistono o diventano più gravi può essere utile tenerne un diario preciso e parlarne con il proprio medico.
È quindi sempre compito del medico di fiducia o dello specialista la valutazione più corretta e le indicazioni di eventuali esami diagnostici da effettuare; spesso è la visita ginecologica che pone il sospetto di un ovaio patologico. In caso di sospetto tumore delle ovaie si effettua l’ecografia transvaginale oppure quella transaddominale. Sono considerate importanti per la valutazione clinica, oltre all’età della donna, le dimensioni e le caratteristiche ecografiche delle ovaie. Questa valutazione è molto soggettiva, e le forme iniziali possono essere misconosciute da operatori poco esperti. Il dosaggio dei marcatori tumorali, in particolare del CA125, in caso di sospetto tumore può essere utile ad orientare la diagnosi. – Fonte Fondazione Umberto Veronesi.
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