Adinolfi: “Su rischio idrogeologico risorse del PNRR insufficienti”

La nota dell'europarlamentare della Lega Gruppo ID riguardo ai recenti eventi di alluvioni e calamità naturali

“Di fronte ai recenti eventi di alluvioni e calamità naturali, che hanno radici nell’abbandono del territorio e nei cambiamenti climatici, non possiamo rimanere inerti ed è necessario un cambio di passo. Fino ad ora abbiamo pensato solo a gestire il post-emergenza, ora è tempo di intervenire per scongiurare il ripetersi delle tragedie. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato 2,5 miliardi di euro per la prevenzione del dissesto idrogeologico, ma serve una cifra molto più alta – almeno 10 miliardi di euro all’anno per 10 anni, per un totale di 100 miliardi di euro per ridurre il rischio e prevenire il dissesto.” Lo afferma il parlamentare europeo della Lega Gruppo ID Matteo Adinolfi.

“In Italia, 6,7 milioni di persone vivono in Comuni con rischio idrogeologico elevato, di cui il 58% in montagna. La pianificazione territoriale e l’attuazione della Strategia Forestale Nazionale sono elementi essenziali per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Gli 11 milioni di ettari di boschi, rappresentando un terzo della superficie complessiva del Paese, necessitano di una gestione accurata e certificata: è del tutto evidente che non drenano più. Troppi condoni e molto abusivismo anche nelle aree montane hanno messo da parte la tutela dell’ecosistema e questo a scapito della sicurezza delle popolazioni. Il dibattito sul dossier relativo al Meccanismo Unionale di Protezione Civile (UCPM), ha fatto emergere come la drammaticità del fenomeno del rischio idrogeologico sia sconosciuto alla maggior parte dei paesi europei, e questo mentre le calamità che si ripetono continuano a causare perdite di vita umane”.

“Per questo come Lega Gruppo ID ci impegniamo ad ottenere che risorse adeguate siano destinate alla prevenzione piuttosto che ai rimedi post calamità. Chiediamo che siano realizzate opere specifiche di mitigazione del rischio ma anche un attento e costante monitoraggio del territorio, fondamentale per conoscere le condizioni di vulnerabilità e di pericolosità, valutando anche l’efficacia delle opere realizzate e pianificando azioni ed interventi futuri. Sono interventi in ambito locale, nazionale ed europeo che non possono più essere rimandati”.

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