Paletta (UDC): “Rivendichiamo la Latina democratica laboratorio di futuro”

"Latina nasce "nucleare", diventa "industriale", ora siamo chiamati a costruire il contemporaneo", il commento dell'esponente dell'UDC

Cogliamo l’occasione di un interessante convegno organizzato per oggi 23 settembre dalla Casa dell’Architettura di Latina dal titolo “La seconda vita di Latina” che pone il tema della centrale nucleare e della fase successiva alla messa in sicurezza, per aprire un dibattito costruttivo rispetto all’idea di Città nel futuro immediato e prossimo.

Lo dichiara Alessandro Paletta, commissario provinciale Udc.

Rappresento un partito politico che si sente erede della tradizione di moderati protagonisti prima della ricostruzione materiale e sociale di una città distrutta dalla guerra che proprio qui ha visto uno dei fronti di battaglia più duri dopo lo sbarco di Anzio.

Una classe dirigente lungimirante diede vita alla nascita di una Città lì dove c’era stata una brevissima esperienza sociale durata poco più di 10 anni.

Si decise di ricostruire cambiando, di avviare un processo che doveva liberare la nostra gente, vecchi e nuovi abitanti, dalla schiavitù del bisogno.

Fu un percorso generoso che si prefiggeva l’obiettivo di creare un Città laboratorio di futuro: quella classe politica aveva ben chiaro il concetto che a Latina l’innovazione avrebbe potuto trovare il suo terreno naturale.

La centrale nucleare di Latina, al netto di tutto ciò che nel corso degli anni si è poi elaborato e stabilito, era la prima in Italia e in quel momento trasformava i contadini in operai, fornendo al sistema industriale energia a basso costo: faceva divenire Latina una Città contemporanea.

La centrale nucleare stava a Latina come Mirafiori a Torino, la Bicocca a Torino. Agevolava (finanche conduceva) il passaggio dalla povertà di una comunità rurale povera al benessere di una città dei consumi. Nasceva così la città democratica che è l’unica Città dei cittadini. Aiutava la Cassa per il Mezzogiorno, spronava la presenza di tanti giovani disposti alla sfida del domani.

Quella esperienza aveva la forza di darsi un orizzonte politico-culturale, stabiliva la caratura di Latina capoluogo della Provincia, contribuiva a farne una Città italiana e non una esperienza di utopia sospesa: era parte della creazione di una Comunità.

Questa Città a vocazione industriale, coerente con lo sviluppo del Paese, diveniva città del miracolo economico nel miracolo economico, si affermava città del commercio e dei servizi: penso alla scelta di quella classe politica di farne anche sede universitaria creando una funzione nuova, naturale nella città demograficamente più giovane d’Italia. Nasceva così una Università, ma prima un Conservatorio, la Scuola di volo a vela dell’Aeronautica Militare, il Campus che specializzava giovani musicisti, le Scuole superiori, i Centri di formazione, gli Istituti di formazione di ispirazione cattolica.

Quale è il punto? Tutto questo è stato figlio di un dibattito politico, anche acceso, di coinvolgimento della Città nelle sue articolazioni. Oggi la riflessione sulla nucleare è una opportunità che ci consente di iniziare ad immaginare un futuro, mettendo in fila le cose del passato, senza però rimanerci inutilmente ancorati.

Se la centrale nucleare è il simbolo di un processo che ci portò da comunità contadina, con schemi sociali dell’800, fino alla contemporaneità oggi, come allora, è giunto il momento di ridefinire un quadro di sviluppo. Oggi torna il nodo dell’energia, ma anche della tutela ambientale. Consideravamo le risorse idriche infinite e nell’agro ci siamo preoccupati di togliere l’acqua, oggi forse dobbiamo immaginare di trattenerla. Il turismo non era considerato, se non in termini di mera prossimità, oggi può rappresentare una delle risorse primarie. Le infrastrutture venivano realizzate in ragione delle necessità di quel tempo, oggi vanno totalmente adeguate. La tecnologia informatica non esisteva o quasi, oggi è obbligatorio pensare alla Smart City.

La Casa dell’architettura è un pregiato pezzo della rete culturale della città, ma nei confronti culturali i partiti devono ricominciare a partecipare e dire la loro, poiché regola di funzionamento della democrazia è che, all’esito del dibattito, sia la Politica a fare sintesi e prendersi la responsabilità  delle scelte.

Latina nasce “nucleare”, diventa “industriale”, ora siamo chiamati a costruire il contemporaneo.

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