Il 21 dicembre a Roma, presso l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale è stato presentato dalla Rete italiana di Europassione il progetto per il riconoscimento dei riti della Settimana Santa a patrimonio immateriale dell’Unesco e contestualmente è stata presentata l’attività svolta dalle amministrazioni comunali a sostegno di questo percorso.
Il percorso è giunto alla sua fase finale prima dell’avvio della procedura d’istruttoria presso la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e il Servizio Unesco del MiC. I riti della Settimana Santa sono un patrimonio di tutta la comunità, e non di un singolo paese. In essi c’è qualcosa di profondamente diverso e unico nel panorama mondiale.
La passione, la crocifissione e la risurrezione di Gesù ha cambiato il mondo. Cosa sarebbe oggi il mondo se Gesù fosse morto di morte naturale? Il messaggio sarebbe stato lo stesso? Quale forza ha avuto e ha quel messaggio a distanza di migliaia di anni? La sua forza sia per i credenti che per i non credenti è di una potenza enorme ed è proprio per questo che quei riti sono un patrimonio mondiale che meritano il giusto riconoscimento.
Non parliamo solo degli atti scenici oppure dei costumi, parliamo di un significato forte e profondo, soprattutto oggi in un mondo post pandemico con diverse guerre che stanno falcidiando migliaia e migliaia di vittime, strappando dal mondo vite senza alcuna distinzione, dove il processo naturale di un figlio che seppellisce i propri genitori si capovolge tragicamente. L’impegno che stiamo mettendo è di rendere le sacre rappresentazioni patrimonio Unesco e messaggio di pace.