Damiano Coletta nuovo sindaco di Latina: manco per niente. O almeno non per ora. La commissione elettorale del comune, riunita ieri pomeriggio, si è infatti limitata a conteggiare i voti espressi nelle 22 sezioni andate alle urne lo scorso 4 settembre, ed ha ratificare il fatto che, sommando i voti dell’ottobre scorso, nessuno dei candidati ha raggiunto il 50% delle preferenze.
Non c’è stata, quindi, la proclamazione del sindaco e non si sa quando avverrà.
Nel frattempo Agostino Marcheselli, che durante la giunta Zaccheo, dal 2002 al 2010, era capo di gabinetto del sindaco, ha depositato una memoria. Ripercorrendo le tappe della vicenda nel documento, in buona sostanza, si segnala il fatto che si debba ripetere anche il ballottaggio. Secondo questa tesi che, a quanto pare, è stata avallata da tutti i partiti del centrodestra, la sentenza del Tar, annullando le elezioni di primo turno, di fatto, annullava anche tutti gli atti successivi, per cui anche il ballottaggio.
La vicenda, come si capirà bene, è molto complessa. La sensazione è che la palla sarà passata dalla commissione elettorale alla Prefettura, che chiederà un parere allo stesso Tar, o magari al Ministero dell’Interno. Questo perché quanto accaduto a Latina è un unicum a livello nazionale, cioè non ci sono precedenti a cui rifarsi.
La domanda che tutti si fanno ora è: cosa accadrà? Beh, come detto non è facile ipotizzare. Si potrebbe, e questa è la tesi più accreditata, procedere alla proclamazione di Coletta. Oppure disporre un ballottaggio per tutti gli elettori di Latina. Infine, disporre un ballottaggio solo nelle 22 sezioni.
Tutto questo bailamme ha causato, come prevedibile, la reazione del sindaco in pectore, che in un video messaggio, non le ha certo mandate a dire al suo avversario.