Il caos delle elezioni comunali ‘ripetute’ nelle 22 sezioni lo scorso 4 settembre, potrebbe protrarsi tra nuovi ricorsi e iniziative di questo o quell’attore in campo. In effetti, più di qualcuno, il giorno dopo il voto, si è chiesto se a Latina non si debba tornare alle urne per il ballottaggio. Domanda legittima per altro. Come riportato nella puntuale analisi del collega Vittorio Buongiorno del Messaggero, “Il Tar nella sua sentenza non ha previsto ballottaggio, semplicemente ha annullato il risultato del primo turno limitatamente alle 22 sezioni, né lo ha previsto il prefetto nell’indizione di queste elezioni suppletive”. Però, perché c’è un però, è venuta fuori una determina del dirigente del Servizio Anagrafe del Comune di Latina in cui “si prevede il servizio di sorveglianza notturno non solo per le elezioni del 4 settembre ma anche per il possibile ballottaggio”.
Proprio alla luce anche di questa determina, pare che questo pomeriggio la commissione elettorale potrebbe rivolgersi al Tar in cerca di chiarimenti sull’indizione, o meno, del ballottaggio. Da qualche parte si è paventata la possibilità di un mini ballottaggio, riservato solo alle 22 sezioni. Potrebbe essere una buona notizia per Zaccheo che, lo ricordiamo, in queste sezioni ha raggiunto la maggioranza in modo netto (sono mancati, in totale, 129 voti per riuscire a diventare sindaco) anche se, è bene ricordarlo, gli elettori del centrodestra di Latina, storicamente, sono allergici ai secondi turni (come per altro dimostrato lo scorso ottobre).
Insomma, la situazione è decisamente complicata, ed oggi pomeriggio ne sapremo di certo di più.
Quello che è certo è che il neo sindaco in consiglio comunale non ha la maggioranza. L’annuncio pre elettorale di Fazzone, e quello post di Calandrini, suonano come nefasti presagi per quella che sarà, o non sarà, la nuova giunta Coletta. “Siamo pronti a sfiduciare Coletta“, ha detto Calandrini, mentre Fazzone ha ribadito ‘Mai più con Coletta‘ (proprio Forza Italia, infatti, spaccando il fronte del centrodestra, aveva appoggiato il sindaco dopo le elezioni di ottobre).
Resta poi il nodo di coloro che, tra il primo voto, annullato, ed il secondo, hanno cambiato residenza, uscendo dal novero di coloro che potevano votare e quindi, di fatto, non hanno potuto esprimere la propria preferenza. Si potrebbe prefigurare, in questo caso, la violazione di un diritto costituzionale, ovvero quello del voto. Qualcuno di questi cittadini, quindi, starebbe valutando un ulteriore ricorso.
In conclusione, il pasticciaccio brutto delle elezioni comunali di Latina, al quale si è provato a porre rimedio, potrebbe essere ancora lungi dall’essere risolto in maniera definitiva.