Il prossimo appuntamento della rassegna ‘Incontri a Borgolago’ cade sabato 10 agosto ore 19 sulle rive del lago di Paola all’interno della Proprietà Scalfati, in via Casali di Paola n. 6 a Sabaudia. Sarà presentato il romanzo ‘In viaggio con la morte’ (Mursia) di Gian Luca Campagna, che mette al centro il tema delicato dell’eutanasia ma anche la dirompente voglia di vivere insita nell’animo umano. Saranno lo scrittore Giorgio Bastonini e lo psicoterapeuta Ferdinando Tucci a dialogare con l’autore. Dopo la presentazione, data la Notte di San Lorenzo, è stata organizzata anche una guida astronomica per ammirare la volta celeste e scorgere qualche stella cadente.
La trama è intrigante come i romanzi cui ci ha abituato lo scirttore nato a Latina. Siamo a Roma, oggi. Carla, vedova e malata terminale, contatta il giornalista Gianni Colavita che dieci anni prima ha seguito l’omicidio rimasto irrisolto del figlio. La richiesta è insolita quanto la convocazione: la donna gli chiede di essere accompagnata nel suo ultimo viaggio a Paradiso, nella Svizzera ticinese, dove ha prenotato il suicidio assistito in una clinica della dolce morte. Determinato a risolvere il vecchio delitto, sebbene dilaniato dai dubbi, il cronista decide di assecondarne le volontà e accetta ma solo a patto che il viaggio si trasformi in un’avventura per esaudire gli ultimi cinque desideri di Carla. Così, a bordo di una spider, la strana coppia inizia a collezionare frammenti di un puzzle che li riporterà ai fatti di dieci anni prima. Toccheranno Acquasparta per assaporare l’ultima cena nel casale d’infanzia della donna, quindi arriveranno al borgo medievale di Bòlgheri, per proseguire per Venezia sulle tracce di un antico libro fino a toccare le spiagge della Normandia. E poi la Svizzera, per esaudire l’ultimo, disperato, desiderio di questo tour della morte. E risolvere finalmente il caso del figlio assassinato 10 anni prima.
“Mi hanno sempre chiesto perché un romanzo del genere e soprattutto da dove nasce? Nasce sempre dall’idea che ho impressa in mente su cosa debba essere la narrativa. Credo che debba esserci una forma d’equilibrio sana, tra evasione e impegno sociale. L’evasione la intendo come un intrattenimento rispettoso nei confronti di un lettore, sempre più distratto per essere coinvolto e bombardato da informazioni tramite i cellulari, stressato da un reale da cui vorrebbe talvolta fuggire per trovare l’illusione di un altrove in cui rifugiarsi e sognare, provando i sentimenti dei protagonisti delle storie. Ma la narrativa deve guardare con spirito critico la società, facendo emergere conflitti, storture e contrasti, non perché debba dare soluzioni, ma mettendo sul tavolo del lettore diverse opzioni, fornendogli strumenti adeguati per crearsi una sua opinione. Questo lavoro critico è stato sempre alla base della mia formazione di scrittore, grazie alle letture noir e al lavoro di giornalista. E poi aggiungerei la divina curiositas, che è quella che mi anima, che mi spinge a scrivere, a superare le omologate colonne d’Ercole: così ecco che trovo divisivo, duro, difficile affrontare un tema come quello del suicidio assistito, e allora ci scrivo su una storia, anche perché sarà un tema con cui -come decadente società occidentale- saremo costretti a ‘conviverci’, capendo finalmente che la morte non è altro che l’elemento finale della vita, accettandone la sua essenza all’interno di un Giano bifronte, dove i contrari non si combattono ma si fondono. Comunque,questo romanzo, come credo tutti i miei, nasce dal dolore delle persone, dalla voglia di anestetizzarlo, di alleviare lo spleen che caratterizza tutti i miei scritti e di cui sono intrisi i miei personaggi, sfamando anche, lo ammetto, il mio personale senso dell’inquietudine”.
‘In viaggio con la morte’ è un romanzo on the road, che parte dai 5 desideri con cui Gianni invita Carla a esprimere, da lì poi a cercare di esaudirli, toccando luoghi suggestivi e colmi di fascino come Venezia, le coste della Normandia, il grottesco e picaresco della Toscana. È il gioco degli uguali e dei contrari, della vita e della morte, del desiderio e dell’assenza di desiderio. Alla fine nelle tappe elencate da Carla ci sono desideri umani, quotidiani, reali, non sono obiettivi irraggiungibili, perché appartengono a quella sfera di cose rimandate da parte di ognuno di noi. Quindi dire addio alle persone che hanno rappresentato un significato per la nostra vita, che ci hanno accompagnato per un periodo, alla fine è uno strumento che dovrebbe essere a uso di ognuno di noi. Carla dice “nessuno di noi sceglie quando e dove nascere, ma è bellissimo scegliere quando morire. E a tutti dovrebbe essere permesso di prepararsi al commiato della vita come fosse un giorno di festa”. Se ci si pensa, il viaggio, la tavola, il buon bere, finanche il sesso, i tramonti, la danza e la ricerca ossessiva di una certa verità, che costellano gli ultimi momenti di vita di Carla, sono desideri ‘banali’. Poi, facendo riferimento al doppio percorso narrativo che, per esigenze di copione quindi di indagine, è ambientato a Roma, l’autore ha preferito descrivere una città ai margini, coi personaggi alla periferia della vita, con luoghi più pasoliniani che da cartolina.