Adinolfi: “Latina e Frosinone escluse dalla Zes per il sud, il Governo intervenga”

L'europarlamentare della Lega Gruppo ID: "Si rischia l'implosione dell'intero tessuto economico e industriale"

“Pur non rientrando geograficamente nel meridione d’Italia, le province di Latina e Frosinone dovrebbero essere inserite di diritto nella Zes unica per il sud, a continuazione di un percorso virtuoso che negli ultimi settant’anni ha portato l’intero comprensorio del Basso Lazio a dare un contributo notevole alla crescita del Mezzogiorno in termini di pil e opportunità occupazionali, vivacizzando e fortificando il tessuto industriale italiano e tutto l’indotto”. Lo dichiara in una nota l’eurodeputato della Lega – Gruppo ID Matteo Adinolfi, che interviene sul dibattito intorno al Ddl Sud e all’istituzione delle Zone Economiche Speciali (Zes): si tratta di zone geograficamente identificate che offrono alle aziende che in esse hanno la propria sede, e a tutte quelle che in futuro nasceranno, un pacchetto di incentivi fiscali, agevolazioni amministrative e semplificazioni burocratiche.

“Il Ddl Sud individua un’unica Zes del Mezzogiorno che comprende le regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Resta fuori il Lazio in quanto annoverato tra le regioni italiane più sviluppate, e con esso quindi anche le province di Latina e Frosinone, pur avendo valori più bassi del resto della regione (la normativa tiene conto della media regionale degli indicatori economici e non di quelli dei singoli territori, ndr). Il Basso Lazio, quindi, non solo non godrà dei benefici assicurati dalla Zes ma si troverà schiacciato da due poli distinti: a nord da territori e imprese che potranno contare sugli investimenti per Roma capitale e per lo sviluppo dell’area metropolitana; a sud da territori e imprese rientranti nelle Zone Economiche Speciali e dunque beneficiari di una serie di agevolazioni fiscali e amministrative. Si verranno a creare condizioni di concorrenza molto forti che rischiano di far implodere il sistema produttivo e di accentuare il processo di delocalizzazione delle imprese, le quali, spostando la propria sede di qualche chilometro, avrebbero accesso a opportunità e vantaggi competitivi maggiori. Tutto ciò mina la stabilità dell’intero tessuto economico e industriale delle province di Latina e Frosinone, già fortemente compromesso, con tutto ciò che ne consegue anche sul piano sociale, con fenomeni di spopolamento, disoccupazione elevata, degrado territoriale e disaggregazione.
L’inclusione del Basso Lazio nella Zes per il Mezzogiorno è necessaria quanto imprescindibile per non restare penalizzati: urge un intervento immediato nel ridisegnare i confini della Zes da parte del Ministro Fitto e del Governo italiano. In assenza di tale possibilità si dovranno necessariamente prevedere altre forme di incentivazione per le due province evitando il loro isolamento.
Torno a ribadire l’apporto fondamentale che Latina e Frosinone hanno dato allo sviluppo del Mezzogiorno, un apporto significativo che ora non può e non deve essere dimenticato. Tra il Sud e il Basso Lazio non c’è un legame identitario ma un’azione condivisa di sviluppo socio-economico che nemmeno le politiche di coesione europea possono cancellare con un colpo di spugna”.

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