I ministri dell’Ambiente dei ventisette Paesi membri hanno approvato la loro posizione negoziale sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio, con il solo voto contrario dell’Italia. Sul tema interviene l’eurodeputato della Lega Gruppo ID Matteo Adinolfi.
“Con l’approvazione del mandato negoziale del Consiglio UE sul regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, l’Europa continua a non tenere minimamente conto delle specificità dei singoli paesi, imponendo linee comuni che, come in questo caso, rischiano di generare conseguenze sull’intero sistema produttivo e distributivo italiano, con effetti negativi sulle filiere e sui consumatori – commenta Adinolfi – L’Italia ha il 56,6% di raccolta differenziata con una media europea del 48% e sul riciclo degli imballaggi pro capite si attesta al secondo posto in Europa con un tasso del 73,3%, superando di gran lunga l’obiettivo del 70% fissato per il 2030. L’approvazione finale del regolamento vanificherebbe tutti gli sforzi finora fatti da cittadini e amministrazioni locali e metterebbe a rischio certo gli investimenti attivati nel settore delle bioplastiche compostabili e biodegradabili, con tutto ciò che ne consegue anche sul fronte posti di lavoro; settore che ad oggi è considerato un fiore all’occhiello per il nostro Paese e un esempio da seguire per l’Europa tutta. Non va tralasciata, inoltre, l’importanza che gli imballaggi rivestono per i prodotti agricoli e per la salute pubblica: questi, infatti, sono fondamentali per la protezione e conservazione degli alimenti, per l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti, dunque per una loro corretta commercializzazione ed esportazione. Come Lega Gruppo ID – conclude l’eurodeputato – continueremo a batterci ostinatamente in sede di trilogo a tutela di una filiera innovativa come quella dell’agroalimentare, che garantisce occupazione e tutela dell’ambiente, affermando i più avanzati principi dell’economia circolare. La sostenibilità ambientale, che passa anche attraverso l’estensione del ciclo di vita dei prodotti contribuendo a ridurre al minimo i rifiuti, non può e non deve nella maniera più assoluta creare danni ad aziende e consumatori. Piuttosto è doveroso che l’Unione Europea trovi percorsi condivisi che garantiscano equilibrio in questa delicata fase di transizione voluta con il Green Deal, senza forzature estreme su tempi e modalità”.