Home Spettacoli e Cultura Al circolo cittadino di Latina il Trio Fenice per i Concerti d’autunno

Al circolo cittadino di Latina il Trio Fenice per i Concerti d’autunno

Alle ore 18 di venerdì 24 novembre l'esibizione dei giovanissimi talenti protagonisti del prossimo concerto

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Proseguono con successo i Concerti d’autunno della Fondazione Campus Internazionale di Musica di Latina, reduce anche dall’inaugurazione del Teatro Romano di Terracina, riportato alla sua funzione originaria dopo duemila anni, grazie a un’imponente opera di restauro della Soprintendenza Archeologica delle province di Latina e Frosinone

I giovanissimi talenti protagonisti del prossimo concerto di venerdì 24 novembre (ore 18) al Circolo Cittadino di Latina hanno fra i 23 e i 26 anni. Elenoir Javanmardi violino, Valentina Bionda violoncello e Federico Del Principio pianoforte, hanno formato il Trio Fenice solamente due anni fa, distinguendosi da subito nel nuovo panorama cameristico italiano. “Il Trio – raccontano con entusiasmo i suoi componenti – prende il nome dalla figura mitologica che, come la musica, resiste e rinasce come valore superiore e assoluto, luce vincente e permanente attraverso il tempo”. Dopo il corso di perfezionamento in musica da camera presso la Scuola di Musica di Fiesole, attualmente il Trio sta proseguendo gli studi presso lo Stauffer Center for Strings di Cremona nella classe del Quartetto di Cremona e dal 2022 è entrato nella rete nazionale “Le Dimore del Quartetto”.

Il loro debutto a Latina porta la firma di Franz Schubert e Antonín Dvořak. Di Schubert si ascolterà il primo dei due Trii che il compositore austriaco dedicò alla formazione per violino, violoncello e pianoforte, l’op. 99 in si bemolle maggiore, scritto nel 1827, nel suo penultimo anno di vita, e ascoltato dall’autore una sola, in una esecuzione privata, affidata tra l’altro ad esecutori eccellenti, avvenuta nel gennaio 1828. Come molti dei suoi capolavori strumentali, non ebbe all’inizio alcuna diffusione esecutiva e fu pubblicato postumo soltanto nel 1836. A darne attenzione, appena pubblicato, e ad esaltarne tutte le qualità fu Robert Schumann che in veste di critico musicale sulla “Neue Zeitschrift für Musik”, ebbe a scrivere: «Uno sguardo al Trio in si bemolle maggiore op. 99 di Schubert, e tutte le angosce della nostra condizione umana scompaiono, e tutto il mondo è di nuovo pieno di freschezza e di luce».

Nella seconda parte del concerto toccherà al Trio per pianoforte “Dumky” in mi minore n. 4 op. 90 di Dvořák, ultimo e più importante dei quattro che l’autore boemo dedicò a questo organico. Scritto nel febbraio 1891 ed eseguito tre mesi dopo a Praga dallo stesso Dvořák al pianoforte, il pezzo recupera in sei movimenti temi e melodie popolari boeme, i dumky appunto, fra pagine elegiache, ballate e movimenti più veloci.

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