Al via l’assegno di inclusione: ecco cosa cambia e quali fasce sono coperte

L’indennizzo è riconosciuto solamente in caso di effettivo avvio di un corso di formazione o altra iniziativa di attivazione professionale

“Le esperienze passate ci dicono che, trattandosi di una prestazione rivolta a nuclei fragili, molti utilizzeranno patronati e Caf per presentare l’istanza, quindi una prima sostanziale valutazione potremo farla solo a fine gennaio. Nel contempo, va tenuto in considerazione che l’attuale dinamica del mercato offre più opportunità rispetto al passato. Inoltre, la tipologia dei richiedenti dell’assegno di inclusione non può coincidere con quella del reddito di cittadinanza, considerato che le nuove misure sono personalizzate sulle esigenze delle persone e non in maniera indifferenziata come per il reddito di cittadinanza vecchio sussidio”. A dirlo, in un’intervista su Il Messaggero è il direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi che commenta l’avvio dell’Adi, l’assegno di inclusione, che arriverà entro la fine di questo mese.

“Se andiamo a sommare le platee del Supporto per la formazione e il lavoro e dell’Adi- aggiunge Vincenzo Caridi- credo che siamo in linea con il numero di nuclei di reddito di cittadinanza pagati nel 2023“. Sul Sfl Caridi spiega: “I destinatari potenziali del Sfl non sono i nuclei fragili, ma i soggetti attivabili al lavoro che non saranno tra i beneficiari dell’Adi e a cui, per l’accesso alla nuova misura, viene richiesto di assumere un impegno definito, anche se supportato, di avvio al percorso lavorativo. L’indennizzo economico è riconosciuto solamente in caso di effettivo avvio di un corso di formazione o altra iniziativa di attivazione professionale“.

Grazie alla piattaforma Siisl, realizzata proprio dall’Inps, sarà possibile trovare tutto in un unico luogo virtuale: “In questo modo- conclude Caridi sul Messaggero- sarà più facile per gli enti decisori affinare la qualità dell’offerta formativa e l’allocazione delle risorse”. – Fonte www.dire.it –

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