Che l’alcol sia causa di almeno sette diversi tipi di tumori è ormai acclarato, ma che cosa accade al rischio di cancro se si smette di bere o se si riducono i consumi? L’aumento di rischio oncologico dovuto agli alcolici è reversibile? La risposta arriva dall’IARC (l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms), che ha condotto una revisione delle attuali conoscenze, giungendo a conclusioni importanti per almeno due dei più pericolosi tumori alcol-correlati.
Vantaggi evidenti sul rischio per esofago e bocca
Il team internazionale di ricercatori ha raccolto prove sufficienti a dimostrare che smettendo di bere o bevendo meno si riduce il rischio di cancro all’esofago e di tumori del cavo orale. Lo studio ha invece portato prove limitate per quanto riguarda i tumori del seno, del colon-retto e della laringe; prove al momento inadeguate per quanto riguarda i tumori del fegato e della faringe. I risultati sono stati anticipati in una sintesi apparsa sul New England Journal of Medicine e saranno oggetto di un manuale IARC dedicato in uscita a metà del 2024.
Gli obiettivi dello studio
È importante chiarire che i livelli di evidenza riscontrati dallo studio (sufficiente, limitato, inadeguato) si riferiscono all’effetto dello stop all’alcol sul rischio di tumore. Non discutono il nesso di causalità né ridimensionano il ruolo dell’alcol come fattore di rischio, che resta tale in tutte le forme di cancro considerate (tumori del cavo orale, dell’esofago, della mammella, del colon-retto, del fegato, della faringe e della laringe). Questa indagine è un tassello necessario a comprendere l’impatto dell’alcol sulla nostra salute e soprattutto le possibilità concrete di limitarlo, modificando i comportamenti.
Il caso dei tumori del fegato
In particolare, colpisce che non siano evidenti prove di riduzione del rischio per i tumori del fegato. Perché nei forti bevitori che smettono non si rilevano meno casi di epatocarcinoma rispetto a chi continua a bere? Gli autori della ricerca ipotizzano delle spiegazioni: dati scarsi (un solo studio considerato) e la presenza di fattori di rischio concorrenti. In altre parole: i forti bevitori spesso sviluppano cirrosi epatica, che nelle sue fasi avanzate è un precursore del carcinoma epatico. I malati di cirrosi in fase avanzata che continuano a bere possono non arrivare a sviluppare un tumore perché non ne hanno il tempo, cadendo prima vittime della cirrosi stessa.
In che modo bere meno riduce il rischio di cancro?
In che modo la vita da astemio o da bevitore moderato aiuta a limitare le possibilità di ammalarsi di tumore? La riduzione dei consumi di alcolici, rilevano gli autori, ha effetti rilevabili su almeno tre dei meccanismi noti con i quali l’alcol promuove la formazione di tumori nell’organismo:
- in primo luogo cessa e cala rapidamente la formazione di acetaldeide (un sottoprodotto del metabolismo dell’alcol, responsabile di danni a livello cellulare) nel tratto digerente
- in secondo luogo nello spazio di alcuni mesi fino a qualche anno si riduce il danno alle cellule del sangue e del cavo orale
- infine nelle persone con problemi di alcolismo la cessazione inverte la tendenza all’aumento della permeabilità intestinale e l’alterazione del microbioma.
Come ricorda l’Oms, è l’Europa a detenere il primato dei consumi di alcolici e di bevitori. Ed è in Europa che 200 milioni di persone sono a rischio di tumori alcol-correlati. Degli oltre 740.000 casi di tumori legati all’alcol stimati nel 2020 nel mondo, uno su quattro si è registrato nel Vecchio Continente. – Fonte Fondazione Umberto Veronesi.