Home Spettacoli e Cultura Alena Panchishin, prosegue al Museo Giannini la sua personale

Alena Panchishin, prosegue al Museo Giannini la sua personale

La poetica artistica di Alena si è contraddistinta per la narrazione di paesaggi marini che spesso dipinge onde oceaniche di mari lontani

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È iniziata lo scorso anno, alla Caffetteria di Silvia Farina al Centro, la mostra d’arte diffusa dell’autrice ucraina Alena Panchishin; si è spostata poi a Capo portiere al BBeq per tutta la stagione estiva con Alessandra Chicarella, Gabriele Casale e Luciano Cisi ed è approdata con una decina nuove opere nella Benacquista Art Collection sempre a cura di Fabio D’Achille per MAD. Ora attraverso il percorso dei Musei in rete, (MAD l’aveva proposta in mostra anche a Piana delle Orme per l’ufficializzazione della rete insieme a Marta Paladini e Marcello Ballardini) approda con “MARINE” una breve ma intensa personale, al Museo Giannini in supporto anche all’iniziativa Drink&write di Identità Pontine e Fiorenza Gnessi. Aperta venerdì sera l’esposizione a Via Oberdan, prosegue fino a lunedì. Nel dettaglio sono esposte cinquanta tele ad olio di piccolo e medio formato tra gli spazi della filiale della Benacquista Assicurazioni e lo Spazio Eventi del Museo Giannini più qualche disegno che invece aveva caratterizzato la sua presenza nella collettiva MAD DONNA 2024 al Museo Emilio Greco di Sabaudia.

“La poetica artistica di Alena si è contraddistinta per la narrazione di paesaggi marini che spesso dipinge onde oceaniche di mari lontani. Onde che cavalcano i surfer e che spesso i surfer stessi fotografano e ne condividono le immagini nelle community online. La giovane pittrice proviene dalla città di Dnipro, attraversata dal grande fiume ed è forse questo il primo legame dell’artista e la fascinazione per l’acqua; ma Alena con la sua bambina Yeva, spesso faceva sette ore di treno per andare al mare nel suo paese. Ora, vivendo a Latina da rifugiata, ha dovuto ricostruire il suo “parco” artistico perché tutte le sue prime opere sono rimaste nella sua casa quando è dovuta scappare dalla guerra, ma ha trovato una fonte d’ispirazione tra le nostre dune con il mare del nostro lido. Infatti, da qualche mese le sue passeggiate sulle nostre spiagge sono apparse come frammenti di emozioni dipinte, documentate nelle sue tele. Una consolazione forse, una fascinazione anche per un paesaggio nuovo, che non vede più solo mari internazionali ma finalmente anche un mare raggiunto, anelato, ora rifugio e rinascita. Un mare che ha sempre unito i popoli, il Mediterraneo, un approdo – spesso angusto – verso un mondo dove si può anche cercare di vivere in pace!” (FDA).

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