La malattia di Alzheimer, come la maggior parte delle demenze, è caratterizzata da un decorso di lunga durata, mutevolezza dei bisogni, necessità di risposte sanitarie e assistenziali di volta in volta diverse, oltre a un impegno crescente del contesto familiare e sociale. Di fronte a una condizione di questo tipo riconoscere la sintomatologia e garantire una diagnosi tempestiva è infatti fondamentale per valutare e impostare i differenti percorsi di cura e di riabilitazione all’interno di un setting semiresidenziale che punti a valorizzare la cura del paziente e favorire un supporto concreto al caregiver. Sono questi i temi che verranno trattati, venerdì 14 luglio, nel corso dell’ECM residenziale dal titolo “L’efficacia della riabilitazione del paziente con demenza in un centro diurno Alzheimer”.
“Una giornata di approfondimento sui temi legati alle attività, ai metodi terapeutici e al percorso dei Centri Diurni Alzheimer per compenetrare il complesso mondo di questa malattia e la sua forte influenza sulla rete sociale” spiega la Dott.ssa Amalia Allocca, Responsabile scientifico dell’incontro e Coordinatore delle Direzioni Sanitarie del Gruppo San Raffaele. “L’obiettivo è infatti quello di descrivere le modalità attraverso le quali l’equipe multi professionale dedicata assicura alla persona il maggior livello di autonomia compatibile con la sua condizione clinica e allo stesso tempo la formazione del suo caregiver: l’unico modo per entrare in sintonia con il mondo interiore del paziente e restituire alla persona la dignità perduta” prosegue l’Allocca.
Tra i relatori anche il Prof. Paolo Maria Rossini, Direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche e Riabilitative dell’IRCCS San Raffaele, di recente insignito del prestigioso premio “Erik Stalberg”, e il Dott. Antonio Greco, Vice Direttore Dipartimento Scienze Mediche dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo che presenteranno il quadro complesso delle varie forme di demenza, di cui l’Alzheimer è la più nota enumerosa, contando solo in Italia oltre 600mila pazienti.“Una vera priorità di salute pubblica anche secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Alzheimer Disease International. Su di essa si concentrano infatti da anni numerosi progetti di ricerca volti a individuare terapie efficaci e innovative. Lo scenario relativo all’attuale percorso diagnostico, agli approcci terapeutici e riabilitativi più largamente impiegati deve quindi essere proiettato e integrato verso una visione ampia sul prossimo futuro per quanto concerne sia una diagnosi precocissima sia l’impiego di farmaci innovativi” dichiara il Prof. Rossini.
“Insieme a queste prospettive, presso il Centro Diurno della RSA San Raffaele di Troia, si coniugano un’equipe multidisciplinare capace di garantire cura, sostegno e supporto agli ospiti e ai loro familiari e programmi personalizzati di supporto, di riabilitazione/stimolazione neuro-cognitiva e motoria, oltre all’assistenza a persone che presentano decadimento cognitivo, ma che conservano ancora una certa percentuale di autonomia psicomotoria” spiega il Dott. Alejandro Perez, psicologo della struttura foggiana.
“In molti casi infatti, dopo la diagnosi, l’assenza di un intervento coordinato, competente, capace di indirizzare il malato e la famiglia verso i giusti servizi e gli opportuni provvedimenti di un progetto di cura, rischia di trasformare una diagnosi ben fatta in uno sterile esercizio di clinica medica” continua. “Tutte le attività neuro-cognitive e motorie che si svolgono quindi nel Centro sono volte a potenziare e favorire l’uso e il mantenimento temporaneo delle funzioni cognitive/motorie preservate, oltre a intervenire nella sfera emotivo-comportamentale per promuovere esperienze gratificanti che sostengano l’autostima e l’immagine personale attraverso anche la partecipazione e lo scambio attivo all’interno di relazioni interpersonali. Un valore aggiunto prezioso per la persona e un supporto concreto per la famiglia” conclude Perez. – Fonte San Raffaele.