“Il trasporto pubblico da lunghi anni a Roma e nella Città Metropolitana è trascurato e mal gestito. Il risultato è la rinuncia all’uso del mezzo pubblico, l’aumento vertiginoso dell’uso dell’auto privata, congestione del traffico, la crescita spaventosa degli incidenti stradali, l’aumento dei costi per le tasche dei romani e il peggioramento dell’aria che respiriamo. Da luglio 2023, a causa del Contratto di Servizio stipulato tra Regione e Trenitalia, il biglietto dei mezzi pubblici aumenterà da 1.50 € a 2.00 € (+25%) e di conseguenza aumenteranno gli abbonamenti. Al danno di un trasporto inefficiente si somma la beffa dell’aumento del costo del biglietto”. È quanto si legge in una nota firmata da due esponenti di Rifondazione Comunista, Tiziana Uleri, Segreteria Federazione, e Maurizio Messina, Responsabile Trasporti provinciale e regionale, che proseguono:
“L’aumento del costo del trasporto pubblico ricadrà unicamente sull’utenza, colpendo le fasce sociali che hanno maggiore difficoltà economica e che sono costrette a fruire del servizio. Da tempo i comitati dei pendolari sono in agitazione denunciando i disservizi di Trenitalia, Atac e Cotral. L’inefficienza del trasporto pubblico romano è legato all’insufficienza dei mezzi messi in strada e all’assenza di un progetto sistemico che agevoli la mobilità attraverso il mezzo pubblico, con un efficace collegamento dei vari quadranti della Città e delle zone dell’hinterland. Rifondazione Comunista ne discuterà sabato 10 dicembre nel convegno regionale sul TPL, per avanzare proposte concrete su come rispondere alla domanda di servizi pubblici che sale dal basso: a partire dal rifiuto dell’aumento dei biglietti, proponendo elementi per un trasporto pubblico efficiente e alla portata di tutti, che riduca il trasporto privato e migliori le condizioni ambientali.
La Regione Lazio e Zingaretti, nell’assoluto silenzio di Roma Capitale e di Gualtieri, consentono ai poteri forti del trasporto locale, a partire dal gruppo Ferrovie dello Stato, di fare i loro utili senza tener conto delle ripercussioni sull’utenza. Mentre l’inflazione aumenta vertiginosamente e le condizioni economiche dei cittadini peggiorano a vista d’occhio, anche solo pensare di aumentare i costi dei biglietti è ignobile. Rifondazione Comunista è contraria a questa politica che scarica i costi sui più deboli e si batterà in tutte le sedi perché gli aumenti annunciati vengano sospesi. La Regione come ultimo atto della consiliatura deve intervenire subito e scongiurare questo ennesimo aggravio sulle spalle dei più poveri”.