“Sulla questione impianti a biogas sul territorio comunale è giunto il momento che l’Amministrazione comunale alzi il tiro, verificando il funzionamento di quelli già attivi e regolamentando, una volta per tutte, la realizzazione dei progetti futuri. Soprattutto dopo l’accoglimento da parte del Tar del ricorso operato dalla società proponente la centrale a Borgo Carso, che ora il Comune impugnerà di fronte al Consiglio di Stato”.
Così in una nota Vincenzo Valletta, capogruppo della Lega in Consiglio comunale, da sempre in prima linea per la tutela del territorio e della salute pubblica, a margine dell’incontro promosso venerdì pomeriggio a Latina Scalo dal comitato di quartiere.
“La materia è alquanto spinosa poiché – è giusto ricordarlo – le aziende godono di incentivi europei ma soprattutto di procedure semplificate, e questo mette inevitabilmente in difficoltà le amministrazioni pubbliche che si trovano a reagire con strumenti ridotti.
Torno a ribadire la necessità, oramai imprescindibile, di dotare il nostro Comune di un regolamento atto a disciplinare la realizzazione di simili impianti, individuando al contempo delle zone sul territorio comunale in cui poter autorizzare i progetti, che siano quanto più lontani dalle abitazioni e dai servizi pubblici, come una scuola o un centro sociale, ad esempio, e non da meno dalle coltivazioni agricole. Proporrò al sindaco e all’assessore Muzio, che ringrazio per il grande lavoro finora svolto a tutela del territorio e della salute pubblica, di istituire un tavolo di monitoraggio permanente, in cui convogliare tutte le autorità preposte ai controlli, in primis l’Arpa Lazio e l’Asl di Latina, e di valutare la nomina di un tecnico esterno competente in materia da affiancare agli uffici comunali e all’avvocatura. Lo scopo è di creare un’armatura utile a fortificare l’intervento del Comune e di conseguenza a tutelare tutti i cittadini. Chiederò, altresì, di attivare un progetto di screening, coinvolgendo l’Asl e la facoltà di Medicina della Sapienza di Latina, così da monitorare la salute della popolazione.
Torno a ribadire per l’ennesima volta che nessuno è contro il progresso e la libera iniziativa economica, ma è altrettanto utile ricordare che tali centrali sono tutto tranne che aziende agricole. Lavorano in parte o per nulla gli scarti della terra e degli allevamenti ed operano con sistemi tipicamente industriali, talvolta anche in ragione delle dimensioni che assumono. Basta pensare al progetto proposto a Borgo Carso, un impianto di 500 metri cubi (quindi a tutti gli effetti industriale) da realizzare in zona agricola a ridosso delle abitazioni, con una strada larga appena 3 metri inidonea a gestire il flusso quotidiano e costante di mezzi pesanti e autocisterne per il trasporto dei materiali. Nell’area, tra le altre cose, è presente anche il centro diurno comunale che ospita attività per ragazzi con disabilità. Per non parlare dell’impianto già attivo a Latina Scalo, al confine con il territorio comunale di Sermoneta, che emana odori costanti e nauseabondi che obbligano i residenti a barricarsi in casa, con finestre chiuse e senza poter utilizzare corti e giardini. Una privazione e un danno inammissibile, che non possiamo più permettere”.