«Il litorale di Latina è indecoroso come mai si era visto. Il fallimento dell’assessore Gianluca Di Cocco, titolare della delega, è sotto gli occhi di tutti ed è frutto dell’acclarata incapacità di governare i processi gestionali e di scelte insensate. Faccia un bagno d’umiltà e un immediato passo indietro».
A chiedere le dimissioni dell’assessore alla Marina è il capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi.
«L’ultima in ordine di tempo e appresa dalla stampa – afferma la Ciolfi – riguarda il servizio di salvamento sulle spiagge, partito formalmente in ritardo solo ai primi di luglio e attivato attraverso un incarico diretto a cui avrebbe dovuto seguire l’affidamento con gara che tuttavia oggi, 17 luglio, è ancora in fase di esperimento. L’incapacità di prevedere per tempo una regolare assegnazione con gara la dice lunga e certifica che, in piena stagione balneare, non ci sono bagnini sulle spiagge di Latina, mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini. Condizione che peraltro pone dubbi anche sulla legittimità dell’attribuzione della Bandiera Blu».
Il servizio di vigilanza e assistenza ai bagnanti è solo uno degli aspetti di una gestione disastrosa. Nell’elenco di mancanze e ritardi la consigliera mette «la manutenzione delle passerelle, che inizierà solo questa notte con i disagi prodotti dai lavori che i bagnanti troveranno domattina all’arrivo in spiaggia. È andata meglio per il posizionamento di docce pubbliche, bagni chimici e passerelle blu per le persone con disabilità, ma solo perché sono stati effettuati sulla base delle gare biennali bandite dalla precedente amministrazione o dal commissario. Una totale assenza di pianificazione che ha posto la marina di Latina in un grave stato di abbandono».
E ancora «ripascimento e Rio Martino, emergenze gestite inizialmente da Di Cocco e poi trasferite all’assessorato all’Ambiente per evidente incapacità. La débâcle sul ripascimento morbido emersa nella commissione Ambiente di ieri: l’intervento è da realizzarsi tra Foceverde e Capoportiere, è già finanziato con circa 200mila euro regionali ma i lavori non partono perché l’amministrazione l’ha trattato come ordinario e non straordinario. Eppure, i danni prodotti dall’ultima mareggiata di marzo agli stabilimenti balneari avrebbero giustificato il ricorso a una procedura di somma urgenza. Siamo in attesa di un parere della Regione Lazio che dovrebbe dirci se si tratta di manutenzione ordinaria o straordinaria. Dov’è la capacità politica di indirizzare le scelte e portarle a compimento?».
Su Rio Martino «l’assessore fallisce proprio nel merito del tema sul quale ha costruito la propria campagna elettorale. Accesso al canale interdetto dalla Capitaneria di Porto, mentre l’inizio lavori potrà avvenire solo dopo la sottoscrizione di un accordo con il comune di Sabaudia, che peraltro era già in essere ma non si è rinnovato, dopo la firma dell’accordo si procederà al campionamento della sabbia, quindi al progetto di fattibilità e del progetto esecutivo: ma quali saranno i tempi? Temo non prima di 12 mesi che si vanno a sommare agli altri 12 già persi. Di Cocco ha preso in giro i pescatori promettendo un livellamento che le condizioni del porto non consentivano. L’amministrazione si faccia carico con un ristoro del danno economico arrecato a 27 famiglie che vivono di pesca e oggi sono senza lavoro».
Il fallimento per la consigliera è su tutta la linea: «Anche come assessore al turismo, con gli operatori balneari che denunciano un drammatico calo di presenze; come assessore ai trasporti e viabilità con la riapertura di una parte dell’isola pedonale e i reiterati pasticci per ridisegnare la segnaletica orizzontale, gli scioperi ripetuti dei dipendenti di CSC, all’immobilismo sulla progettazione per il trasporto collettivo Latina scalo/Latina con i fondi recuperati dal contenzioso della metro: il rischio è di perderli. Per non parlare dell’organizzazione di eventi in città: gestiti senza alcuna pianificazione e affidati sempre con incarichi diretti che rischiano di minare i principi di trasparenza dell’azione amministrativa. Insomma, una disfatta per tutte le deleghe che renderebbe doverose le dimissioni immediate. La deontologia, quantomeno politica, suggerirebbe di rimettere le deleghe alla Sindaca Celentano».