“In una fase così importante per il nostro Paese, che sta vivendo una nuova stagione con l’istituzione del Ministero del Mare, che abbiamo chiesto a gran voce, e che, a luglio scorso, ha licenziato il suo primo Piano Triennale del Mare approvato dal CIPOM, l’importanza delle analisi, dell’approccio metodologico e delle fonti utilizzate è fondamentale per avere un quadro esaustivo e chiaro delle dimensioni dell’Economia del Mare. In questo momento nel quale c’è grande attenzione sul tema, si corre il rischio di generare una disinformazione sui dati reali di questo settore, che credetemi non è utile a nessuno”. Così ha sottolineato Giovanni Acampora, coordinando i lavori di Confcommercio Nazionale sulla Blue Economy alla Conferenza di Sistema a Villasimius, in Sardegna. Alla sessione ‘Blue Economy: appunti per una strategia marittima italiana’, sono intervenuti Andrea Appetecchia, Responsabile Osservatorio Trasporti e logistica, ISFORT, e Gian Paolo Manzella, Vice Presidente dello SMIMEZ “Il Piano del Mare è un lavoro frutto di una grande partecipazione, con l’audizione di circa 200 fra stakeholder e Associazioni e a cui io stesso ho avuto l’onore di partecipare come componente del Comitato di esperti della Struttura Tecnica di Missione. Per questo voglio ringraziare il Ministro Nello Musumeci per la fiducia e per essere sempre al nostro fianco. Anche oggi ha voluto far sentire il suo pieno sostegno alla nostra Confederazione. Ora occorre, però armonizzare i dati con l’Europa per far comprendere ancora meglio il vero valore e l’unicità dell’Italia nell’economia del mare, che oggi tra componente diretta è indiretta arriva quasi a 143 miliardi di euro, quasi il 9% del complesso del valore aggiunto prodotto a livello nazionale”.
Nell’evidenziare la centralità della nostra nazione, Acampora ha aggiunto: “Il nostro Paese ha una vocazione marittima naturale: siamo secondi solo alla Grecia per km di costa; il 34% della popolazione, pari ad oltre 20 milioni di abitanti, vive nelle zone costiere; il Mediterraneo rappresenta l’1% della superficie marina del mondo e vi transita il 20% del traffico marittimo mondiale. Il mare è la nostra prima infrastruttura naturale e strategica. Per questo il lavoro associativo e conseguentemente il sistema camerale lavora sull’economia del mare, con l’obiettivo di dare la giusta importanza a tutto l’insieme di filiere che la compongono. La sintesi la facciamo con il Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, giunto alla sua XI edizione, realizzato con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne di Unioncamere che, lo voglio sottolineare, è tra i pochi soggetti riconosciuti dal Sistema Statistico Nazionale. E, lo dico con una punta di orgoglio, le nostre metodologie sono state riconosciute una best practice dalla Commissione e dal Parlamento Europeo.”
“Per definire la strategia marittima del nostro Paese si deve tener conto del valore che le diverse realtà sono in grado di esprimere. I presupposti perché la Blue Economy diventi un pilastro per il nostro Paese e possa guidare il processo di transizione sostenibile, sociale e digitale dell’Italia e dell’Europa, ci sono tutti – ha chiosato Acampora -. Ora occorre far convergere gli sforzi. L’Europa ci ha lanciato una sfida che noi, con il Blue Forum Italia Network, la rete degli utenti del mare, abbiamo voluto raccogliere. Creare la nuova visione strategica marittima dell’Italia. Confcommercio è in prima linea su questi temi e il senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto la nostra azione ci deve guidare verso le nuove sfide che ci attendono”. Così ha concluso Giovanni Acampora.