Cristian Nardecchia fa suo anche il record della scalata al Passo Giau, che raggiunge in 31 minuti e 40 secondi, staccando di oltre un minuto Edgan Bernal, il colombiano vincitore del Giro d’Italia che nella tappa sulle Dolomiti aveva realizzato il tempo di 32 minuti e 42 secondi.
Per il ciclista setino si è trattato di una prova a cronometro a quota 2.236 slm, anche se sul Passo Giau aveva stabilito il record di sempre nella Maratona delle Dolomiti (35 minuti e 40 secondi). Quindi un percorso ed un ambiente che già conosceva, ma nel quale non era facile pensare di poter battere, oltre che Bernal, i mostri sacri Damiano Caruso e Vincenzo Nibali per limitarsi agli italiani.
“Una splendida giornata – esordisce Cristian – che mi ha accompagnato a centrare questa impresa. Ero ottimista sin dall’inizio, peraltro accompagnato nei giorni precedenti da una condizione ideale. Ma è stata veramente dura, acquisisci la certezza solo al traguardo”.
Cristian entra in pochi mesi per la seconda volta nel Word Official Record, premiato dai giudici arrivati in Trentino da Barcellona. Tra l’11 e il 12 settembre 2021 aveva centrato il More Than Double Everisting, il dislivello di 18.075 metri (due volte l’altezza dell’Everest), realizzato in Via Monticello a Sezze.
Stavolta è una degna rappresentanza del paese, tra familiari, staff e compagni di squadra ad averlo seguito: “Li ringrazio di cuore. Le due imprese non sono paragonabili, nella prima serviva un ciclista mentalmente forte, qui la prova era più tecnica”. Una preparazione meticolosa, che ha previsto anche un ultimo allenamento questa mattina. Qualcosa come 30 chilometri da Arabba al Passo Pordoi, percorrendo un paio di salite sotto la soglia, ma propedeutiche alla prova, che prevedeva un dislivello di 1000 metri.
Per cui Cristian Nardecchia, dopo aver raggiunto il Passo Giau, che coincide con un dislivello di 922 metri ed una distanza lineare di quasi 10 km, ha proseguito, al fine di completare gli ultimi 80 metri di dislivello, di un altro chilometro, in sella ad un’ altra bici su un terreno sterrato. E’ sceso dalla sella così dopo 40 minuti e 35 secondi di applausi e incoraggiamenti. L’impresa di Cristian Nardecchia apre la strada a molti ciclisti amatori che vorranno tentare di fare la stessa cosa, in quel suggestivo valico alpino tra Cortina d’Ampezzo e Selva di Cadore.
Il successo di Nardecchia è anche un successo di squadra. Non solo quella di appartenenza, la Montini – Nardecchia. Ciascuno ha curato una parte essenziale, dagli allenamenti all’ alimentazione, alla preparazione mentale. “Una giornata storica, sono orgoglioso per il mio paese – continua Cristian -. Ci sono tanti nomi che meriterebbero di essere fatti, da mio fratello Umberto Nardecchia ad Alberto Spagnoli, Stefano Montini, Giovanni Rinicella, Leonardo Tiritera. Poi due dediche speciali, mio nonno Angelo ed un altro mio caro concittadino. Non ci sono più, ma è come se ci fossero stati”. Domani mattina il ritorno a Sezze, pronto per essere accolto da campione.