«Il 26 settembre inizia il bello e noi saremo determinati, presenti, molto responsabili nel dare il nostro contributo. L’importante è che qualcuno ci ascolti». Così il presidente di AEPI, Mino Dinoi, nel messaggio di chiusura della 3° Festa nazionale della Confederazione che termina oggi a Labro, in provincia di Rieti. «Ci vorrebbe un’assemblea permanente dove rappresentanti del mondo produttivo e sindacale siano interlocutori della politica. Lanciamo l’idea di un coordinamento aperto e costante: se è vero che l’autunno sarà di fuoco con una serie di problemi ancora irrisolti, dobbiamo mettere insieme le imprese e professionisti, la rappresentanza intermedia e i corpi politici in Parlamento. È questa una delle sfide, noi siamo pronti».
Nel corso della tre giorni, la Confederazione ha presentato le sue dieci proposte, in rappresentanza di oltre 500mila imprese e 15mila professionisti intersettoriali. Tra queste, il taglio delle bollette e la pace fiscale. «Non interventi spot, ma lungimiranza. Le nostre micro imprese non sono gli evasori di questo Paese. Ormai siamo alla catastrofe. Rimandando in avanti i pagamenti, se comunque non hanno delle entrate, in prospettiva non riescono a coprirle».
Tra gli interventi della Festa nella giornata di chiusura, anche la leader di FdI Giorgia Meloni. «Ora dobbiamo capirci: la ragione per la quale il prezzo del gas sale non è che la Russia l’ha aumentato. Ovviamente la Russia ci gioca, ma la ragione è che ci sono grandi player nella borsa di Amsterdam che decidono di far salire il prezzo. Il tema non è quindi continuare a trovare risorse da dare alla speculazione, non è trovare altre risorse da farsi fregare. Qui c’è chi sta facendo soldi a palate senza una ragione. Quindi la prima cosa è riuscire a mettere un tetto al prezzo del gas. Questa è una misura che può fare l’Europa ma anche l’Italia, se l’Europa è lenta».