«Il preoccupante aumento dei casi di positività in alcuni Paesi terzi, tra cui la Cina – dichiara il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo Salvatore De Meo – unitamente alla percentuale di passeggeri provenienti proprio dalla Cina e risultati positivi in diversi aeroporti europei, rischia di mettere in discussione l’enorme sforzo che l’Unione europea sta facendo, da oltre due anni, per contrastare l’ondata pandemica che ha comportato più di un milione di decessi e ingenti danni all’economia.
Per questi motivi, con i colleghi Comi, Mussolini, Patriciello, Salini e Vuolo, – continua De Meo – anche alla luce delle recenti disposizioni di Italia, Francia e Spagna sull’obbligo dei tamponi ed il relativo sequenziamento del virus per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina, ho scritto alla Commissione europea chiedendo di valutare l’adozione di una strategia europea per uniformare le misure di prevenzione e screening dei passeggeri in arrivo dalla Cina e l’attuazione di un sistema coordinato al fine di monitorare le varianti individuate durante i controlli effettuati negli aeroporti europei.
Inoltre – conclude De Meo – abbiamo chiesto alla Commissione di avere una nuova valutazione da parte del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dopo le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dal medesimo in cui si reputava ingiustificata l’introduzione di uno screening obbligatorio per i viaggiatori in arrivo dal Paese orientale».