Home Politica Ex Mistral, l’opposizione: “La convenzione va cambiata per garantire pubblica utilità”

Ex Mistral, l’opposizione: “La convenzione va cambiata per garantire pubblica utilità”

Il consigliere Agostini presenterà una mozione in consiglio per adeguare la proposta alla normativa sulla Rigenerazione Urbana

- Pubblicità -
- Pubblicità -

“Il sindaco di Sermoneta, in una nota, invita a non dare retta a chi vuol continuare a discutere della ex Mistral, poi afferma che nell’area sorgeranno anche un parco, servizi, parcheggi e un edificio polifunzionale oltre ad un edificio pubblico che potrà essere usato come auditorium. Ma non è affatto così. Vuole nascondere che la Regione Lazio (atto G 13210/2023) ha richiesto risposte concrete rispetto ad una “convenzione” approvata nel 2021, che non garantisce nessuna opera pubblica e che è  errata e lacunosa su almeno, tra i tanti, due punti fondamentali:
La Bonifica dell’area. “E’ prevista già nell’articolo 19 della convenzione”, dice il sindaco. Ma si sbaglia o non conosce gli atti: perché la convenzione e il cronoprogramma prevedono che gli interventi di bonifica sono il “Primo degli stralci funzionali”, dopo il rilascio del Permesso di Costruire. Mentre è proprio la Regione, alla “raccomandazione n.4” e come previsto dalla stessa Legge Regionale 7/2017, che dice chiaramente come “le opere di bonifica dell’area devono essere fatte prima della approvazione della Variante Urbanistica e del rilascio dei titoli edilizi. La convenzione, dunque va cambiata e la “bonifica fatta subito”

Cambio di destinazione Urbanistica dell’area ex Mistral. A fronte della possibilità di edificare nuove case e un nuovo centro commerciale, nella convenzione è prevista la sola cessione al comune di circa la metà dell’area per realizzare parcheggi, verde pubblico, piste ciclabili. Nessuna “regalia”, nello stesso Cronoprogramma è specificato che le aree sono cedute per rispettate gli standard urbanistici… . Anche le opere di urbanizzazione…sono a scomputo di quanto dovuto.
Nella convenzione non è stabilito, invece, l’importo del Contributo Straordinario ai sensi dell’articolo 16 del DPR 380/2001 (almeno il 50% del maggior valore dell’area, in questo caso da 800 mila ad almeno 8 milioni di euro) e non sono previsti né “centri polivalenti ne auditorium”. Sono solo indicati come possibili da realizzare nelle aree cedute, senza alcun impegno per il Promotore e né la Convenzione né il Cronoprogramma li inseriscono tra le opere da eseguire. E non sono nemmeno previsti nel Piano Comunale dei Lavori Pubblici 2024-2026.
Se questo “maggior valore e le Opere Pubbliche da realizzare” non vengono messe in convenzione e nel Programma dei Lavori Pubblici, il comune avrà lavorato solo per gli interessi del Proponente e non per la “Pubblica utilità”. Contravvenendo al principio dell’equa distribuzione dei vantaggi richiamato nella “raccomandazione regionale n. 3”. Lo hanno fatto già, nel Lazio, il comune di Roma e quello di Fiano Romano (stabilendo un contributo straordinario dal 40 al 60%). Lo faccia anche Sermoneta.
In conclusione: non c’è corrispondenza tra quello che il sindaco di Sermoneta sbandiera e quello che ha, invece, approvato.
Il Consigliere Agostini presenterà apposita Mozione in Consiglio Comunale. Chiedendo di adeguare la proposta di convenzione, presentata dal Promotore e fatta propria dalla Amm.ne, “copia e incolla da quella di lottizzazioni in altri comuni” e adeguandola alla normativa sulla Rigenerazione Urbana. Infine, ci muoveremo verso la Regione affinché l’interesse pubblico e il diritto dei cittadini alla sicurezza e alla salute, ad avere servizi adeguati, sia rispettato”. Lo dichiarano gli esponenti dei gruppi Insieme per Sermoneta, Cittadinanza Attiva e Sermoneta Protagonista.

- Pubblicità -
Exit mobile version