«Il Lazio si sta dimostrando un territorio vivace dal punto di vista della internazionalizzazione della propria economia. Le 475mila imprese della nostra regione quest’anno fanno registrare 27 miliardi di euro di export su un fatturato complessivo di circa 400 miliardi. Numeri importanti, ma bisogna fare di più. Per quanto riguarda le esportazioni, 16 miliardi sono verso Paesi Ue e 11 extra Ue. Il settore farmaceutico, fiore all’occhiello della nostra economia, fa registrare quest’anno un export complessivo per 13 miliardi di euro. Numeri che hanno incoraggiato la nostra Giunta a puntare decisamente sull’internazionalizzazione, finanziando 9,8 milioni di euro per sostenere l’export delle nostre aziende e dando il via libera a una delibera che prevede una misura di semplificazione approvata dall’Unione europea che va incontro alle esigenze di taglio della burocrazia da parte delle piccole e medie imprese».
Lo ha dichiarato la vicepresidente della Regione Lazio e assessore allo Sviluppo Economico, al Commercio, all’Artigianato, all’Industria, e all’Internazionalizzazione, Roberta Angelilli, intervenendo al tavolo tematico “Per l’internazionalizzazione dei territori”, tenutosi al secondo Festival delle Regioni e delle Province Autonome in corso a Torino.
«È nostra intenzione avviare un tavolo operativo congiunto con Sace, Mimit, ICE, Simest e tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti con l’obiettivo di avviare una programmazione in grado di garantire un sostegno a lungo termine alle imprese. L’obiettivo di questo tavolo di lavoro sarà confrontarsi con tutti gli attori dell’internazionalizzazione, perché le iniziative che andremo a mettere in campo dovranno mettere a fattor comune opportunità e strumenti ad ampio raggio», ha aggiunto la vicepresidente Angelilli.
«A breve ci saranno le elezioni europee. La domanda che ci si pone è: quale sarà il ruolo delle Regioni nella prossima legislatura Ue? Il ministro Fitto ha fatto bene ad accentrare a livello nazionale la gestione del Pnrr per rispettarne i tempi di attuazione, degli obiettivi e delle performance, ma in Europa le Regioni saranno chiamate a svolgere un ruolo molto più attivo di quello attuale ed essere protagoniste del processo decisionale che porterà alla prossima programmazione europea. Restare fuori da questo processo vuol dire subire decisioni orientate verso altri interessi», ha evidenziato la vicepresidente Angelilli.
«Il Lazio è forte e con le altre Regioni dovrà essere protagonista a Bruxelles. L’obiettivo è coniugare strumenti locali con strumenti nazionali ed europei, in modo da mettere in campo un’azione sistemica. Dobbiamo rivedere i meccanismi per essere parte attiva nel processo decisionale: solo così riusciremo ad avere meno burocrazia e maggiore ascolto del territorio, temi, questi, cari a tutte le Regioni. Se le Regioni avranno una voce forte nell’Unione europea riusciranno a ottenere ciò che chiedono da tempo: semplificazione, flessibilità in caso di eventi straordinari (calamità naturali, guerre, crisi economiche, pandemie) e un’Europa centrata sulle esigenze dei territori», ha concluso la vicepresidente Angelilli.