Fondi del PNRR nel pontino, il focus di Uil Latina

Garullo e Toselli: “Le risorse sfiorano i 290 milioni di euro. Ma il Capoluogo pontino ne perde quasi sei”

Da più 274 milioni di euro a quasi 290milioni. A tanto ammontano le risorse che il Piano nazionale di ripresa e resilienza assegna complessivamente al territorio pontino. I numeri emergono dal secondo focus che la UIL di Latina ha elaborato per monitorare lo stato di attuazione del Piano che dovrà assicurare crescita economica, sostenibile e strutturale alla provincia. Il primo studio aveva elencato tutte le risorse fotografando la situazione al 31 maggio 2023, quest’ultimo invece fa il punto sullo stato dei finanziamenti assegnati con dati aggiornati all’otto settembre 2023.

“Quasi un trimestre – spiega Luigi Garullo e Francesca Toselli, rispettivamente Segretario Generale della Uil di Latina e responsabile contrattazione comuni  – nel quale complessivamente riscontriamo un incremento di risorse pari a 14 milioni di euro, ma all’interno del quale alcune misure sono state accorpate, alcune cancellate e altre aggiunte”.

Assestamenti, revisioni, limature che a inizio settembre hanno fatto scendere il numero totale dei progetti a 264, contro gli oltre trecento di fine maggio. In questo scenario alcuni Comuni hanno ottenuto più fondi, altri ne hanno persi. E’ il caso di Latina che perde finanziamenti per il superamento degli insediamenti abusivi (-4,6 mln €) – misura studiata per contrastare il fenomeno del caporalato – per le ciclovie urbane (-0,17 mln €) e per la riqualificazione dell’edilizia scolastica (-1,64 mln €). Mentre ottiene più fondi per la digitalizzazione e innovazione (+ 0,20 mln €).

“Al netto di accorpamento e tagli – spiegano Garullo e Toselli – il nostro capoluogo potrà contare su oltre 48milioni spalmati su 13 progetti, con una perdita economica però di quasi sei milioni di euro. E’ il taglio più sostanzioso che abbiamo registrato in tutta la provincia e che colpisce proprio il Capoluogo e proprio nei settori critici come la sicurezza delle scuole e la lotta al caporalato”.

Nella classifica elaborata dallo studio, che tiene conto delle dieci maggiori variazioni negative e positive di risorse assegnate dal PNRR, oltre alla performance negativa di Latina, se ne registrano altre due: Ponza e San Felice Circeo, che insieme vedono andare in fumo quasi tre milioni di euro. Ma se c’è chi piange e si morde le mani, c’è anche chi sorride. E’ il caso di Itri che potrà contare su altri sette milioni rispetto alla precedente rilevazione UIL, Formia che si ritrova sei milioni in più. Segno positivo anche per Monte San Biagio, Gaeta e Cisterna di Latina, che insieme totalizzano oltre sei milioni di euro. Più contenute le risorse aggiuntive di Sezze e Sabaudia, quasi tre milioni complessivi.    

Interessante anche la classifica dei Comuni con maggiori opere assegnate dopo la revisione e gli accorpamenti. In testa troviamo Aprila con 17 progetti, segue Gaeta con 14. Terza posizione per Latina (13 progetti). Nelle posizioni di rincalzo troviamo con dieci progetti Priverno e Santi Cosma e Damiano. Fanalino di coda Prossedi con tre progetti, che però ha visto lievitare i finanziamenti superando abbondantemente il milione di euro.

“Digitalizzazione, transizione ecologica, istruzione, coesione sociale, efficienza energetica, rigenerazione urbana, mitigazione del rischio idrogeologico: i campi di intervento sono molti – aggiungono Garullo e Toselli – E’ necessario quindi stabilire un cronoprogramma per monitorare l’avanzamento delle opere, anche in riferimento alle ricadute derivanti dalle modifiche al PNRR approvate dall’unione europea su richiesta del governo. Gestire insieme queste fasi di attuazione è l’unico modo per attuare i progetti, non perdere i finanziamenti, guardare al futuro e tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che contribuiranno alla realizzazione di queste opere.  Non coinvolgere i sindacati confederali nel rispetto delle misure necessarie per garantire la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, nel rispetto del Contratto collettivo nazionale e nel monitoraggio del sistema degli appalti e dei subappalti è un errore grossolano, per questo c- concludono Garullo e Toselli le amministrazioni comunali dovranno necessariamente attivare il confronto con le parti sociali”.

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