Giorno del Ricordo, il sindaco Celentano: “Nostro dovere commemorare le vittime delle foibe”

Ieri la cerimonia religiosa celebrata nella chiesa dell’Immacolata per la commemorazione delle vittime delle Foibe

“Come istituzioni, ma anche come cittadini italiani, è un nostro dovere conferire solennità a questo giorno che ci ricorda profondo dolore. Abbiamo il dovere di commemorare le vittime delle foibe e del dramma dell’esodo, di portare a conoscenza delle giovani generazioni questa immane tragedia perché i ragazzi acquisiscano consapevolezza del nostro passato per un futuro migliore”.
E’ quanto il messaggio lanciato ieri dal sindaco di Latina Matilde Celentano, al termine della cerimonia religiosa celebrata nella chiesa dell’Immacolata per la commemorazione delle vittime delle Foibe nel Giorno del Ricordo, alla presenza del Prefetto di Latina Maurizio Falco, dei consiglieri e assessori comunali e di numerose altre autorità civili e militari. Una cerimonia particolarmente sentita dalla comunità di Latina che ha partecipato alla celebrazione insieme all’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia sezione di Latina.

Il sindaco ha sottolineato che la giornata di ieri ha rappresentato una solennità civile del nostro Paese, per non dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, ricordando che la celebrazione del Giorno del ricordo è stata istituita con la legge numero 92 del 30 marzo 2004, a circa 60 anni dai tragici eventi subiti dagli italiani del confine orientale.

“Abbiamo dovuto attendere – ha affermato il sindaco Celentano – il crollo del Muro di Berlino e, quindi, il dissolvimento  dello stato Jugoslavo per strappare definitivamente il velo del silenzio caduto per troppi anni sul dramma delle foibe”.

La prima cittadina si è soffermata sulla finalità del Giorno del ricordo, celebrato per la prima volta il 10 febbraio 2005, che vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

“La nostra città, aperta e ospitale nel suo Dna, perché lo è stata sin dalla sua nascita, ha conosciuto da vicino il dramma dell’esodo giuliano dalmata – ha affermato il sindaco – e questa è una ragione in più per fare della ricorrenza del 10 febbraio un momento di solennità civile e nazionale. Qui a Latina abbiamo avuto il più grande centro di accoglienza, nato proprio per ricevere i cittadini italiani costretti ad abbandonare la loro vita al confine orientale. La stessa struttura – oggi sede pontina dell’università Sapienza di Roma, la più grande d’Europa – ha poi ha ospitato, tra il 1957 e il 1989, gli stranieri provenienti dall’Est Europa, per un totale di 80mila profughi”.

“Nella nostra comunità – ha sottolineato ancora il sindaco – vivono ancora famiglie istriane, della Dalmazia e di Fiume.
Solo pochi mesi fa abbiamo celebrato l’80° anniversario della morte di Norma Cossetto, una giovane donna, istriana, arrestata, violentata e torturata dai partigiani jugoslavi e poi gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani. Aveva 23 anni Norma Cossetto, frequentava l’Università di Padova, stava preparando la sua tesi in Lettere. Non aveva alcuna colpa Norma, se non quella di essere italiana, istriana, e per questo condannata a morte dopo violenze inaudite. Umiliata come donna, torturata dalla bestialità umana, infoibata ancora viva. Era la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943. La tragedia delle foibe era ancora tutta da scrivere”. Il sindaco Celentano ha ricordato che, nel 2018,  il Comune di Latina ha voluto dedicare a Norma Cossetto, tra le prime vittime delle foibe, l’area verde di via Cimarosa, e che furono circa 300mila gli italiani che, dopo la fine della guerra, furono costretti ad abbandonare le loro case e le terre dove erano nati e cresciuti, “per sfuggire al disegno di conquista territoriale e di egemonia del comunismo di Tito”.

“Norma Cossetto – ha sottolineato la prima cittadina – ebbe tra i suoi allievi Ottavio Sicconi, esule da Parenzo, padre di Matteo,  presidente del comitato provinciale dell’associazione Venezia Giulia e Dalmazia”.

“Come vedete – ha concluso il sindaco – il dramma delle foibe, la memoria dell’orrore, qui da noi non lo viviamo soltanto sui libri, in un ricordo lontano. La tragedia è viva nel nostro tessuto sociale. Oggi è un giorno di lutto per la nostra comunità ed è con questo spirito che a breve deporremo una corona commemorativa ai piedi del monumento del villaggio Trieste”. Il Giorno del ricordo nel capoluogo pontino ha visto anche la partecipazione delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e della banda musicale Rossini di Latina. Dopo la deposizione della corona a piazzale Trieste, a cura dell’Aeronautica Militare, il sindaco Celentano ha reso omaggio a Norma Cossetto con un mazzo di fiori posizionato sulla targa di via Cimarosa.

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