“Gli adulti di domani sono i ragazzi di oggi”: l’intervista a Monica Sansoni

Un faccia a faccia con la Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio per parlare di bullismo e devianze giovanili

Soli, incompresi, impegnati a crescere in un mondo in continua evoluzione. Negli ultimi anni bambini e ragazzi sono stati chiamati ad affrontare sfide non indifferenti, con l’imporsi di nuovi modelli (spesso non così positivi) e nuovi problemi generazionali. Sono nativi digitali. La loro “venuta al mondo” spesso coincide con il battesimo sui social. Complice il periodo pandemico, è lì che hanno imparato a costruire buona parte del loro modo di intessere relazioni. Una generazione che sempre più precocemente è protagonista di fatti di cronaca: tra atti di bullismo e fenomeni di devianza giovanile, colpisce la loro presenza tra quelle pagine di storia che nessuno vorrebbe leggere. Per fare il punto della situazione, abbiamo scambiato due parole con Monica Sansoni, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Lazio, che ogni giorno si trova ad affrontare problemi di questo tipo.

Sta portando avanti una serie di visite nelle scuole della Regione per formare e sensibilizzare sui temi dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Quali sono le sue aspettative?
Rendere i ragazzi consapevoli del fatto che hanno dei diritti. La mia campagna di sensibilizzazione parte dall’infanzia: già dagli asili nido entriamo nelle classi e portiamo avanti un progetto denominato “Il mio amico diritto” e da lì fino alle scuole medie, modulando l’incontro rispetto l’età evolutiva che abbiamo davanti. Sono coadiuvata da psicologi, pedagogisti e criminologi. La situazione si trasforma nelle scuole superiori e parliamo di tutte le fenomenologie devianti. La mia aspettativa è rendere consapevoli questi giovani del fatto che esistono dei diritti che li riguardano, che fanno parte di una sfera molto delicata di una normativa, che è appunto quella minorile. Ma anche che ci sono anche dei doveri, quindi rispettare la legalità. Sono fermamente convinta che se educhiamo i nostri ragazzi e le nostre ragazze e li rendiamo consapevoli dei reati che possono sopraggiungere, avremo fatto un grandissimo passo avanti e potremo anche rilevare quei campanelli d’allarme che poi vedono le cronache dei nostri giorni in tutto il Lazio. Stiamo rilevando situazioni di fenomeni di devianza molto importanti, questo deriva soprattutto da un’immaturità dei ragazzi e molto spesso da una scarsa conoscenza.

Parliamo di bullismo e cyberbullismo. Quanto sono radicati questi fenomeni tra i giovani e cosa fare per prevenirlo?
Sono due fenomeni che ormai vanno di pari passo. Il cyberbullismo è un proseguimento della condotta bullizzante. È chiaro che in questi ultimi anni, con la pandemia, i ragazzi abbiano trascorso ancora più tempo sui dispositivi elettronici, per cui le condotte si sono acutizzate perché hanno pensato che quella fosse l’unica strada per poter ancora restare in contatto con i loro coetanei. Ciò che vedo da un’analisi di annualità è la mancanza di un intervento da parte delle famiglie. Questo fa credere ai nostri ragazzi che probabilmente quel modo di comportarsi sia lecito. Ho avuto casi in cui ci sono stati atti di bullismo molto pesanti, continuati poi all’interno dei social, e spesso i genitori non intervengono con un’educazione consona. Ultimamente ci siamo trovati addirittura al lato opposto, ossia dove la famiglia vede nell’istituzione un disvalore. Non posso dimenticare un caso dove i ragazzi non erano ancora nell’età dell’imputabilità ma concretamente autori di reati come bullismo e cyberbullismo: i genitori si sono posti ad ostacolo, vietando di intraprendere un percorso di riavvicinamento, perdono e ricostruzione di un sano rapporto con la vittima. Non solo giustificando le azioni dei figli ma facendo emergere una sorta di esagerazione su quanto trattato. Parlo anche da genitore di due adolescenti, se noi avalliamo questo genere di condotte, i nostri figli faranno anche peggio. Quindi non mi stupisce leggere di baby gang che vanno ad affrontare i più deboli. È li che dobbiamo intervenire, a partire dalla famiglia che è la prima agenzia educativa per eccellenza.

Pensa che l’uso dei social tra i giovani abbia acutizzato questo fenomeno?
L’uso dei social potenzia la visibilità. Sicuramente loro ne fanno un uso sconsiderato. I ragazzi sono figli dei tempi, non possiamo privarli del cellulare ma possiamo fare tanto come professionisti del settore, genitori e docenti, indicando la giusta via. Potenziare una situazione di violenza, filmare la vittima che viene picchiata e derisa e lanciarla sui social li rafforza nella loro necessità di dover apparire ed essere ammirati dai loro pari, proprio perché il passaggio dell’età evolutiva è molto delicata e il consenso del gruppo è fondamentale: se il gruppo chiede che la violenza venga approfondita e perpetrata i nostri giovani rischiano di farlo e attraverso i social hanno una condotta facilitata. Se ai ragazzi non si danno gli strumenti adatti, loro useranno li sempre secondo questo metodo senza vederci un valore in più. È bello scoprire attraverso il mondo virtuale, che può dare quelle notizie che possono aiutare nelle relazioni interpersonali. Questo sarebbe un uso consapevole. È per questo che partiamo da molto piccoli nelle scuole con le linee guida che il Ministero dell’Istruzione ci indica, anche per insegnare ai bambini come si usa il telefonino.

Abbiamo parlato di criminalità minorile, i ragazzi compaiono frequentemente nella cronaca, non solo come autori di crimini ma anche come vittime, ad esempio ci sono stati casi di presunta pedofilia. Come si sta adoperando su questo versante?
Per quanto riguarda queste tematiche così delicate abbiamo il supporto della magistratura. Il primo step da intraprendere quando si rilevano casi di pedofilia e di pedo-pornografia è avvisare le autorità competenti, quindi la mia attività preventiva è quella unirmi alle forze di sicurezza. Da anni porto avanti tantissimi progetti congiunti con le forze dell’ordine per sensibilizzare e prevenire rispetto a questa materia delicata, in particolare a sensibilizzare i ragazzi a riconoscere quelle condotte devianti e illegali, quali sono in determinati momenti riconoscere quei modus operanti da evitare. Ci tengo precisare l’importanza di far emergere queste situazioni: non si può tenere nascosto un fenomeno così rischioso. Quindi la mia attività quotidiana, quando capitano queste situazioni, è andare subito a denunciare, nei Commissariati, nelle Caserme dei Carabinieri ma anche in Procura, perché c’è la magistratura e pool specializzati ad accogliere questo tipo di denuncia. Non bisogna avere paura di esternare qualora ci siano casi di pedofilia e di pedo-pornografia perché sono dei fenomeni molto gravi che causano traumi permanenti e delle volte irreversibili.

Che consigli si sente di dare ad insegnanti e genitori quando si verificano campanelli d’allarme?
Innanzitutto rivolgersi alle autorità competenti e ai professionisti formati che abbiamo sui vari territori, per capire se un campanellino d’allarme possa essere poi qualcosa di rischioso. Sono presenti sportelli e studi specialistici che accolgono il genitore per qualsiasi consiglio. Invito le famiglie a rivolgersi anche alle istituzioni: non vedere la Questure, le Procure, il Garante Infanzia come l’ultimo territorio da dover visitare, ma un luogo di prevenzione. E poi non mollare mai sulla partecipazione e l’ascolto dei ragazzi: la mia attività si concentra soprattutto su questo. Far partecipare i ragazzi a quello che accade nella loro quotidianità e quello che potrebbe accadere. Troppo spesso quando ascolto i ragazzi mi riferiscono che in famiglia non vengono ascoltati e alle mie domande “Perché l’hai fatto? Perché non ne hai parlato con nessuno?” molto spesso emerge una grandissima solitudine. Noi genitori abbiamo un compito importante: monitorare e crescere insieme ai nostri figli. E non dico essere amico, ma interessarci e avere uno spaccato della loro vita, sia a livello interpersonale ma anche virtuale. È vero che i nostri ragazzi saranno gli adulti del domani ma ci tengo a rimanere un passo nel presente e a dire che sono i ragazzi di oggi, che non saranno più adolescenti e vanno visti ora.

Tematiche impossibili da ignorare dunque, sulle quali è importante che docenti e specialisti del settore continuino a porre l’accento e mantenere alta l’attenzione nelle famiglie. Intanto non si ferma il lavoro delle istituzioni, sempre pronto a garantire quel benessere che ai ragazzi spetta di diritto.

- Pubblicità -
Sara Salvalaggio
Sara Salvalaggio
Sara Salvalaggio è una studentessa del corso di laurea in Editoria e Scrittura presso l’Università Sapienza di Roma. Da sempre appassionata di scrittura, prova un forte interesse per la comunicazione, in particolare quella attraverso l’uso dei social media.

CORRELATI
ALTRI ARTICOLI

La Bandiera Verde a Terracina, cerimonia di consegna a Fasano

Quest’anno sono 155 le località con Bandiera Verde in tutta Italia, di queste 10 sono nel Lazio, e tra loro Terracina

Sabaudia – Il Comune ha partecipato alla manifestazione a Latina in memoria di Satnam

Il corteo è partito dalle autolinee di Latina e ha attraversato la città fino a raggiungere Piazza della Libertà

Cisterna – Sistema Territoriale Antiviolenza in Rete, apre due volte a settimana lo Sportello

Per qualsiasi emergenza è possibile contattare il Pronto Intervento Sociale (PIS) al numero verde 800.661155

Regione – Protocollo di intesa per inserimento lavorativo delle persone in esecuzione penale esterna

"Dare piena attuazione all'articolo 27 della Costituzione significa anzitutto aumentare l'offerta lavorativa per la popolazione detenuta"

Sezze – Nuovi scavi alla grotta Vittorio Vecchi: la nota del sindaco Lidano Lucidi

Scopo delle ricerche sarà di indagare il deposito della grotta in profondità, per mettere in luce eventuali frequentazioni preistoriche

Enti locali, Regimenti: “137 comuni hanno risposto al bando per i piccoli comuni”

Sono pervenute agli uffici regionali 124 domande, 112 presentate dai Comuni in forma singola e 12 dai Comuni in forma associata
- Pubblicità -

Condividi sui social

- Pubblicità -

Più letti

- Pubblicità -
- Pubblicità -