La scorsa notte ho sognato che ero nell’anno 2031, in un mondo dove ero stato avvisato dal mio smartwatch che entro un’ora, quando sarei uscito per andare in palestra, avrei incrociato per strada una persona che aveva avuto una bruttissima giornata e che essendo caratterialmente molto aggressiva sarebbe stata una seria minaccia per la mia persona. Come al solito è stata la mia trasposizione digitale ad avvisarmi. In quel posto ognuno di noi ha un Twin Digital che vive nel metaverso e che guida l’IO reale, nel mondo “vero” (sì, fa un pò Matrix… ).
Quando mi sono svegliato ho immediatamente pensato: “Che sogno fantastico, ti immagini se fosse davvero possibile? Chissà tra quanto tempo potremmo avere a disposizione queste capacità…”. Subito dopo ho iniziato a rendermi conto che non siamo proprio così lontani da questa evoluzione e mi sono reso conto che gli elementi per fare questa gustosa ricetta ci sono quasi tutti. Le statistiche parlano chiaro: l’associazione di un prodotto all’AI ne favorisce la vendita, e allo stesso tempo le capacità computazionali e le memorie elettroniche hanno sempre un costo inferiore, rendendo possibile l’applicazione pratica degli algoritmi di Machine Learning anche ad asset poco costosi, senza alterarne significativamente il costo industriale di produzione.
In questo scenario il Metaverso inizia ad affilare le lame e a percepire l’arrivo delle risorse necessarie al suo sviluppo… “Si parte!” direbbe il macchinista del treno…
Si parte dall’abc: cos’è il metaverso?
Potremmo definire il metaverso come un’entità virtuale, uno spazio digitale nel quale impiantare dei processi, un ambiente dove la rete internet funge da trasportatore di dati, i servizi e le applicazioni, supportati da grandi capacità di calcolo, creano una realtà simulata estremamente affascinante, dove i vari Digital Twin iniziano ad avere le prime interazioni “autonome” tra loro.
A ciascuno il proprio ‘Digital Twin’
Ah, dimenticavo… mi capita spesso di parlare di Digital Twin e quindi cerco di descriverli: Il Digital Twin (DT) è un oggetto virtuale che rappresenta un’entità appartenente al mondo reale. Il DT può essere la copia virtuale di qualsiasi entità (persone, oggetti, processi, infrastrutture, dispositivi, ecc..). Grazie ai dati e agli algoritmi che fanno dialogare i due layers (reale e virtuale) il DT impara a comportarsi allo stesso modo della sua controparte reale (e viceversa?) ed è assoggettato alle stesse regole simulate della fisica e alle dinamiche del mondo reale.
Metaverso e Digital Twins, cosa ci aspetta
Il Metaverso ospita ed ospiterà in futuro molti DT. Più i (DT) sono sincronizzati con la realtà più il Metaverso garantirà regole simili a quelle reali. Di fatto la sensoristica nel mondo reale caratterizzata da smartphone, sensori di temperatura, telecamere, smartwatch, cookies di navigazione, eccetera, fungerebbe da sorgente e/o taratura per il Metaverso, perfezionando istante per istante l’algoritmo predittivo dei vari DT che iniziano a viverci. Più passa il tempo e più i vari DT si discosteranno sempre meno dall’atteggiamento reale, in quanto le evolute funzioni di Machine Learning, associate a vere capacità di AI si baseranno su un modello sempre più aderente alla realtà e quindi meno fallibile; conseguentemente il comportamento del DT sarà sempre più vicino al comportamento del modello Reale che imita. In questo modello, ad esempio, il mio DT che vive sereno nel metaverso, che non paga le tasse e che vede tutto splendere attorno a sé, saprà già cosa farò nei prossimi secondi, e il margine di errore sulla predizione del mio atteggiamento reale, simulato nel metaverso, sarà sempre meno sbagliato. In questa splendida palestra, i vari Digital Twin si allenano ogni secondo e verranno “rimproverati” ogni volta che faranno una predizione sbagliata, in quanto le informazioni che gli arrivano dalla vita reale li riallineeranno al modello che devono imitare, ovvero il nostro pensiero, le nostre intenzioni… (che paura).
Come scritto in cima a questo mio articolo, per assurdo, in un Metaverso evoluto, potrei essere avvisato che tra un ora, quando andrò in palestra, probabilmente incrocerò per strada una persona che è stata appena licenziata e che essendo caratterialmente molto aggressiva, potrebbe essere una minaccia per la mia persona… Un po’ fantascientifico, ma non così assurdo direi. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –