Ieri, 4 settembre 2023, il vescovo Mariano Crociata ha firmato i decreti di nomina dei nuovi Vicari per le cinque foranie in cui sono divisi i 17 Comuni della Diocesi pontina. A questo importante servizio sono stati chiamati i reverendi: Don Giovanni Toni per la Forania di Latina e Borghi; Don Giuseppe Fantozzi per quella di Terracina (comprende le parrocchie nei Comuni di Terracina, Sabaudia, San Felice Circeo, le località di Frasso e La Fiora di Sonnino); Don Gianmarco Falcone per quella di Sezze (oltre Sezze anche i Comuni di Bassiano, Pontinia e Sermoneta); Don Alessandro Trani per Priverno (oltre Priverno anche i Comuni di Maenza, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci e Sonnino); Don Patrizio Di Pinto per quella di Cisterna Latina (oltre Cisterna e i suoi borghi anche Cori, Norma e Rocca Massima). L’incarico avrà una durata di cinque anni. Nelle scorse settimane i sacerdoti di ciascuna forania si sono riuniti per votare i nomi da sottoporre al Vescovo per la scelta del vicario foraneo.
I presbiteri individuati sono tutti di grande esperienza pastorale e sono stati tutti riconfermati, tranne don Trani che è alla sua prima nomina poiché sostituisce don Giovanni Gallinari, da quest’anno a riposo per limiti di età. Don Giovanni Toni (75 anni d’età), parroco di Santa Domitilla a Latina, è anche assistente regionale dell’Unitalsi; don Giuseppe Fantozzi (63), attualmente è parroco della concattedrale di San Cesareo a Terracina; don Gianmarco Falcone (41), Vicecancelliere vescovile e parroco di Sezze Scalo; don Alessandro Trani (50) è il parroco eletto della concattedrale di Priverno; don Patrizio Di Pinto (72), dopo anni a Latina è ora parroco di Santa Maria a Cisterna.
Quello del vicario foraneo è un incarico delicato, poiché deve essere «capace di promuovere e ben dirigere la pastorale organica del territorio a lui affidato», come è spiegato nel Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, dove si parla anche di «ufficio sopraparrocchiale». Ciò risalta proprio il particolare legame di fiducia e collaborazione che deve esistere tra il Vescovo diocesano e il vicario foraneo poiché quest’ultimo «ha l’onere della vigilanza, ma anche quello di una vera sollecitudine apostolica, come animatore della vita del presbiterio locale e coordinatore della pastorale organica a livello foraniale».