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Impianti di acquacoltura, Gaeta chiede alla Regione un piano a tutela dell’area sensibile

Il sindaco Leccese: "Attraverso l’apertura di tavoli con le associazioni di categoria, vogliamo sottolineare la disponibilità al dialogo"

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Richiedere alla Regione Lazio un piano a tutela delle imprese esistenti, finalizzato alla costruzione di un corretto iter di delocalizzazione di impianti di acquacoltura attualmente insistenti nell’area sensibile individuata nella delibera di Giunta Regionale n. 116 del 19/02/2010, nel rispetto della salvaguardia occupazionale e della qualità ambientale. È questo l’obiettivo della deliberazione del Consiglio Comunale approvata ieri dal Consiglio Comunale, in merito alla Delibera della Giunta della Regione Lazio n. 583 del 19/07/2022, avente ad oggetto l’individuazione e la mappatura delle zone di mare territoriale idonee e precluse all’esercizio dell’attività di acquacoltura e all’approvazione della Carta vocazionale delle zone di mare territoriale della Regione Lazio, come da Legge Regionale n. 16/2020.

«Avviamo una nuova fase – ha dichiarato il Sindaco, Cristian Leccese – attraverso un atto iniziale di indirizzo per permettere agli uffici un’efficiente gestione del demanio marittimo inerente all’attività di acquacoltura. Attraverso l’apertura di tavoli con le associazioni di categoria, al fine di salvaguardare imprese e lavoratori, vogliamo sottolineare la nostra disponibilità al dialogo e alla più ampia concertazione possibile, con l’intento di definire un percorso da seguire. Per questo, è nostro obiettivo richiedere alla Regione Lazio un piano finalizzato alla costruzione di un corretto iter di delocalizzazione di impianti di acquacoltura, mantenendo uno sguardo attento anche e soprattutto alla tutela ambientale e del nostro mare, il nostro oro blu, che rimane un punto focale della nostra attività amministrativa. Inoltre, in un’ottica di piena collaborazione e perseguendo l’interesse comune, propongo di istituire un’apposita commissione centrata su questa tematica, che potrà vedere la partecipazione dei Consiglieri comunali, per portare avanti in maniera partecipata, insieme agli uffici preposti, proposte da studiare e poi avanzare alla stessa Regione Lazio».

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