Le tensioni geopolitiche, che hanno dominato anche gli ultimi dodici mesi, hanno determinato a fasi alterne turbolenze dei mercati connesse agli effetti del conflitto russo-ucraino e della crisi in Medio Oriente, che è andata ampliandosi su più fronti. Il rallentamento economico dell’economia italiana è in primis dovuto al calo tendenziale della produzione industriale, che prosegue senza soluzione di continuità da febbraio 2023 e che coinvolge diversi segmenti industriali, con la maggiore accentuazione per l’Automotive, alle prese con le “scadenze” del green deal e con le sanzioni previste entro quest’anno in relazione alla più significativa riduzione delle emissioni imposta.
D’altronde, il quadro europeo incerto, con il rallentamento più significativo dell’economia tedesca, primo partner commerciale per il nostro Paese, sta deteriorando il clima di fiducia delle imprese a causa dell’incertezza economica e dei timori connessi alla elevata probabilità di ulteriori tensioni commerciali dovute alle previsioni di dazi, che avranno un impatto negativo sulle esportazioni e sui costi delle materie prime e dell’energia. Al rallentamento del PIL, certificato dall’Istat, contribuiscono il ridimensionamento della domanda estera, la lenta dinamica degli investimenti, condizionati oltre che dagli elevati tassi di interesse anche dalla complessità degli incentivi previsti dal Piano transizione 5.0, e la dinamica ancora moderata dei consumi penalizzati dalla perdita di potere d’acquisto delle famiglie.
Tale clima di maggiore incertezza e di rallentamento dei principali indici economici è evidente anche nei trend di demografia imprenditoriale che confermano gli elementi di continuità emersi negli ultimi trimestri, che si sostanziano nella minore spinta imprenditiva evidente su scala nazionale. Altrettanto, il trend demografico è una determinante significativa che negli anni ha contribuito alla decrescita delle imprese giovanili.
Si confermano anche quest’anno i segnali del raffreddamento dell’iniziativa imprenditoriale e il contestuale ritorno alla crescita delle cessazioni, altrettanto l’asimmetria riferita all’affanno dei settori “tradizionali” (nell’ordine per saldi negativi il commercio, l’agricoltura e l’industria), mentre i contributi delle attività professionali e scientifiche, delle costruzioni e dei segmenti dell’alloggio e della ristorazione si mantengono in area espansiva.
Gli esiti algebrici su scala nazionale restituiscono 36 mila e 856 unità aggiuntive, in ulteriore rallentamento rispetto alle risultanze dello scorso anno (42 mila imprese in più, -12,3% sul 2023).
Nonostante il turnover imprenditoriale rispetto allo scorso anno risulti più vivace, il contributo dato dalle maggiori iscrizioni, pari ad oltre 322 mila (quasi 11 mila iscrizioni in più, +3,5%), che si confermano comunque sotto tono in serie storica, viene ridimensionato dall’ulteriore recupero congiunturale delle cessazioni (+5,9% rispetto al 2023). Queste ultime, comunque, si mantengono anch’esse su valori più contenuti in serie storica (-6,6% rispetto alla media del decennio precedente).
Lazio in pole position: il trend di Frosinone e Latina
Nella graduatoria regionale per tasso di crescita, il Lazio si conferma in pole position (+1,63% il relativo tasso, a fronte del +0,62% nazionale), allungando ulteriormente la distanza rispetto alle regioni immediatamente seguenti (Lombardia, Campania e Puglia). Il primato laziale, oltre al consueto contributo capitolino (+1,80% il tasso di crescita, a fronte del precedente +1,91%) quest’anno vede protagonisti anche i territori di Latina e Frosinone, che scalano la graduatoria provinciale, collocandosi rispettivamente al 5° e all’11° posto (a fronte del 12° e 21° targati 2023).
Il bilancio dell’area vasta di Frosinone e Latina è positivo per 1.363 imprese (a fronte delle 939 aggiuntive dello scorso anno, +45% in termini relativi); la performance decisamente più vivace è condivisa da entrambi i territori, con la minore accentuazione nel Frusinate, per effetto della più sostenuta crescita delle cessazioni (+5,3%).
In termini di confronto intersettoriale, rispetto allo scorso anno nel Frusinate si segnala il rimbalzo dell’agricoltura, seguita dall’edilizia e dalle attività professionali scientifiche e tecniche, sebbene entrambi mostrino un contributo ridimensionato; in area pontina le costruzioni confermano l’avanzo più significativo e in linea con i valori dello scorso anno, mentre a significativa distanza si colloca il segmento turistico ricettivo e, a seguire, le attività consulenziali.
Il commento del Presidente Giovanni Acampora
“Il quadro complesso e le incognite connesse alle tensioni geopolitiche, cui si aggiunge la potenziale crescita delle frizioni commerciali resta incerto, in particolare con riferimento agli effetti sulla competitività delle Pmi del nostro Paese. Le trasformazioni digitali e green impongono di affrontare cambiamenti che richiedono significativi impegni economici e una grande capacità di apertura all’innovazione non solo tecnologica ma anche culturale.
I dati di demografia imprenditoriale dell’area vasta Frosinone Latina sono molto positivi e testimoniano la resilienza e la vitalità del nostro sistema delle imprese. Alle istituzioni spetta il compito di creare le opportunità per dare impulso e stimolo al tessuto imprenditoriale e l’azione della Camera di Commercio, anche attraverso la sua Azienda Speciale Informare, va in questa direzione, con un impegno che portiamo avanti nel solco della condivisione con gli imprenditori, gli enti, le istituzioni, le associazioni datoriali, sociali, sindacali e di categoria.
Ammontano ad oltre 1 milione e 700 mila euro i quattro bandi appena pubblicati a disposizione delle imprese dell’area vasta Frosinone Latina per la doppia transizione digitale ed ecologica, per l’internazionalizzazione, per la qualificazione dei pubblici esercizi e per il turismo. Settori questi ultimi che avranno l’opportunità di un restyling delle strutture e dei servizi in chiave green e digitale affinché il territorio sia
pronto al Giubileo e ad accogliere i pellegrini. Siamo certi che, come di consueto, avremo un ottimo riscontro da parte delle imprese. Con il preventivo approvato dall’Ente per l’anno 2025 l’impegno per il tessuto produttivo supera i 7 milioni di euro: risorse che saranno destinate alla promozione, alla formazione, all’innovazione, con l’obiettivo di rendere sempre più competitive le filiere e dare visibilità alle nostre eccellenze, con una proiezione oltre i confini nazionali”.
A tali primi spunti seguiranno approfondimenti successivi per i nostri territori.