In calo colf e badanti iscritti e donne ‘regolari’: i dati del report Inps 2023

Il report di Inps ha anche sottolineato le diverse caratteristiche della composizione dei lavoratori domestici

Colf, badanti e babysitter: quanti sono regolari? È la domanda al centro del report 2023 dell’Osservatorio INPS sul lavoro domestico relativo al 2022, presentato stamattina a Palazzo Wedekind. Dal report emerge che, nel 2022, i lavoratori domestici regolari (calcolati sulla base delle comunicazioni obbligatorie e dei pagamenti dei contributi) sono stati 894.299, il 7,9% in meno rispetto al 2021 (-76.548 lavoratori). Un numero ancora troppo lontano dal “milione di lavoratori domestici iscritti all’Inps” che Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione, si augura possa essere raggiunto al più presto e che invece oggi appare ancora più difficile da afferrare rispetto agli scorsi anni.

“Bisogna favorire la regolarizzazione attraverso una legislazione per l’emersione del lavoro nero, con agevolazioni fiscali e contributive- è il commento di Vincenzo Caridi, direttore generale di Inps- Ma c’è anche la necessità di una formazione specialistica dei lavoratori, quindi bisogna puntare su corsi di formazione legati alle tipologie di invecchiamento della popolazione mondiale, nel particolare quella italiana”.

La flessione delle regolarizzazioni, secondo Leda Accosta, coordinatrice centrale Reporting e Customer satisfaction di Inps, è conseguenza del picco di regolarizzazioni avvenuto nel biennio 2020-2021, dovuto sia a una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown sia all’entrata in vigore del decreto ‘Rilancio’ (D.L. n. 34 del 19/05/2020).

I dati del report sui collaboratori domestici

Il report di Inps ha anche sottolineato le diverse caratteristiche della composizione dei lavoratori domestici: pur essendo ancora in maggioranza, le donne regolari in questo settore sono diminuite, passando dall’88.6% del 2019 all’86.4% del 2022. Le donne, inoltre, hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini: solo il 39.7% di loro si attesta sotto i 5mila euro l’anno, contro il 46,5% degli uomini. In generale il gruppo più numeroso è collocato nella classe retributiva dei 13mila euro e oltre (130.478 lavoratori, pari al 14,6% del totale). In aumento la classe d’età di questi lavoratori: oggi la media è oltre i 50 anni, contro i 45 del 2019 a causa sia di fattori fisiologici sia di una maggiore anzianità dei flussi di ingresso.

La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia ancora una forte prevalenza di lavoratori stranieri (69,5% del totale), ma con una diminuzione dell’8,4% rispetto all’anno precedente, contro il -6,6% dei lavoratori italiani. La maggior parte dei lavoratori domestici (316.817 lavoratori, pari al 35,4% del totale) proviene dall’Europa dell’Est, a cui seguono i lavoratori di cittadinanza italiana (30,5%), provenienti dal Sud America (7,8%) e dall’Asia Orientale (6,8%). Ancora prevalenti sono i e le colf, pari al 52% del totale dei lavoratori, contro il 48% dei e delle badanti.

L’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,8%) rimane il Nord-Ovest, seguita dal Centro con il 27,2%, dal Nord-Est con il 20,3%, dal Sud con il 12,4% e dalle Isole con il 9,3%. La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 174.613 lavoratori (19,5%), seguita dal Lazio (13,8%), dall’Emilia Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia.

L’impegno del Governo: welfare aziendale e formazione

Il ministro Marina Calderone, evidenziando quanto il tema trattato abbia una profonda incidenza sulla vita delle persone, ha sottolineato l’impegno dell’Esecutivo: “Quello che è stato fatto in questi otto mesi è stato importante. Bisogna comprendere i bisogni strutturati: le nuove misure di sostegno alle condizioni di fragilità, la legge delega sugli anziani per i sostegni rivolti alle famiglie, tracciano già una direzione. L’obiettivo è consentire alle persone di esprimere il proprio potenziale in ambito lavorativo e il riferimento va in primo luogo alle donne, che spesso sono chiamate a rinunciare a posizioni lavorative per assenza di strumenti di conciliazione tra vita personale e dimensione professionale”.

Due gli elementi fondamentali attorno a cui ruota l’azione dell’Esecutivo: il welfare aziendale e la formazione: “Questo non è un comparto in cui le professionalità si formano da sé. Serve una qualificazione, proprio perché non deve essere un settore in cui le regole si sanciscono al di fuori degli schemi” ha aggiunto il Ministro.

Una battuta, infine, sulla nomina del nuovo commissario straordinario, la dottoressa Micaela Gelera: “L’ho proposta con la consapevolezza che si tratta di una professionista di valore e di qualità, la cui funzione di attuario dà garanzie di competenza sulle materie trattate dall’Istituto e sulla sostenibilità di sistema che riteniamo fondamentale. Una donna preparata, per la prima volta alla guida dell’ente previdenziale più grande d’Europa”.

Sulla trasparenza e sull’importanza dei dati offerti quale panoramica sul mercato del lavoro si è concentrato Vincenzo Caridi, evidenziando come gli Osservatori INPS costituiscano un punto di vista privilegiato per comprendere le dinamiche economiche e sociali del Paese. “L’Osservatorio sul lavoro domestico in particolare – ha evidenziato Caridi – pone in controluce il tema dell’inverno demografico. Il lento processo di invecchiamento demografico della popolazione e i cambiamenti nella struttura sociale hanno determinato un crescente bisogno di sostegno delle famiglie, rendendo il lavoro domestico regolare una componente stabile del mercato del lavoro italiano con circa 900 mila addetti. Il numero di addetti, più o meno stabile negli ultimi dieci anni, nasconde comunque un processo di cambiamento nelle tipologie di lavoro svolto (basti pensare al trend crescente di badanti rispetto a colf), nella composizione del paese di provenienza (cresce la componente dei lavoratori italiani) e nella struttura per età dei lavoratori (mediamente più anziani). La conoscenza e l’analisi approfondita dei dati ci consente quindi di consegnare alle Istituzioni e agli stakeholder un quadro di insieme per una programmazione mirata di interventi con l’obiettivo di disegnare policy tese al soddisfacimento delle esigenze mutevoli delle famiglie e all’incremento dell’occupazione regolare del lavoro domestico”.

“La pubblicazione del report, a cura dell’Osservatorio INPS sul lavoro domestico, è diventato un appuntamento annuale fondamentale. In questa occasione – ha dichiarato Alfredo Savia – riusciamo ad analizzare, sotto diversi aspetti, il comparto del lavoro domestico che in Italia, nonostante rappresenti un punto di riferimento nella vita e organizzazione delle famiglie, è purtroppo ancora poco conosciuto. Il percorso di Nuova Collaborazione si struttura in modo ampio a sostegno di ‘tutta la famiglia’ riconosciuta come pilastro del Welfare che, in questo preciso momento storico, necessita di interventi strutturali e continuativi nel tempo per la gestione del lavoro di cura. In tale ambito, mi preme sottolineare come i lavoratori domestici, non rappresentino più soltanto una leva occupazionale ma siano diventati centrali nell’organizzazione del lavoro di cura della casa e della famiglia. Come associazione ci stiamo rafforzando e adattando alle nuove necessità; la politica dal canto suo deve aiutare noi e le famiglie con provvedimenti duraturi nel tempo, soprattutto in materia fiscale, per agevolare l’assunzione dei collaboratori domestici, oltre a programmi che facciano emergere anche il lavoro irregolare. L’appello che voglio rivolgere alla politica e alle istituzioni è quello di porre maggiore interesse e sensibilità nei confronti del lavoro di cura”.

“Negli ultimi mesi abbiamo avuto dei segnali che riportavano l’interesse della politica sul lavoro domestico, prima con la bozza del Decreto Lavoro che includeva la proposta di un raddoppio delle deduzioni fiscali per i versamenti contributivi; da ultimo un emendamento al decreto che proponeva la decontribuzione totale per l’assunzione di badanti, emendamento poi bocciato per mancanza di coperture. Questo Parlamento, ha senz’altro a cuore la famiglia e saprà riconoscere il ruolo strategico del lavoro domestico. Nell’ambito della non autosufficienza, dobbiamo ricordare anche le baby sitter che hanno un ruolo centrale nell’assistenza delle coppie e delle madri che altrimenti dovrebbero rinunciare alla loro carriera. Per questo Nuova Collaborazione si farà portavoce presso le istituzioni di proposte concrete che vadano nella direzione del sostegno alle famiglie in quanto datrici di lavoro” ha dichiarato invece in conclusione Filippo Breccia Fratadocchi, vice presidente di Nuova Collaborazione (associazione nazionale datori di lavoro domestico). – Fonte www.dire.it –

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