“A Latina è andato a fuoco un sito di logistica che gestisce farmaci. Ma per molte ore nessuno è stato informato. La comunicazione è stata tardiva e lacunosa, nonostante si fosse chiaramente di fronte a un’emergenza che andava gestita con tutte le cautele del caso”. L’ex sindaco Damiano Coletta interviene sul rogo che ha devastato lunedì sera lo stabilimento Farla di Latina, ponendo dei dubbi sulla gestione dell’emergenza da parte dell’amministrazione comunale. “Come mai – continua Coletta – in una situazione come questa non è stato aperto tempestivamente il Coc- Centro operativo comunale? Perché il piano comunale non è aggiornato e non prevede chi fa cosa in presenza di questi scenari? Perché intorno al tavolo del Coc, se anche fosse stato aperto, non ci sono funzionari designati e perché il Comune non ha coordinato la protezione civile con sette gruppi in convenzione? Certo è più facile tagliare nastri sul lavoro fatto da altri e non è facile coordinare tavoli di emergenza, ma il lavoro di un sindaco è anche questo: tutelare la salute dei cittadini. E in certe situazione deve stare sul pezzo ed essere presente. Credo sia stato veramente inopportuno vedere le foto della sindaca alla festa della Mietitura mentre poco distante si viveva una situazione di così grave emergenza. Le nostre associazioni di Protezione civile – aggiunge – durante la pandemia hanno dimostrato il loro valore e la loro competenza, ma se non c’è un coordinamento che li metta in grado di operare si vanifica ogni sforzo. Ci auguriamo che la scarsa tempestività dimostrata dall’amministrazione in questa circostanza sia stata un incidente di percorso e che si corra subito ai ripari. Nelle emergenze la macchina amministrativa deve funzionare meglio.
E può farlo, se adeguatamente coordinata, come accaduto del resto con il Covid, l’emergenza più grande mai gestita”. “Nei piani di emergenza qualcosa è mancato – sottolinea che la segretaria di Lbc Elettra Ortu La Barbera – A partire dalla prima comunicazione, comparsa tra l’altro solo sui canali social, in cui si rassicurava la popolazione escludendo danni per la salute, in quanto il rogo aveva interessato solo materiali di carta. Una comunicazione che è stata poi smentita dai fatti, cinque ore più tardi. Mentre i cittadini continuavano a non sapere cosa fosse accaduto si cominciava ad avvertire un forte odore di bruciato e plastica in tutta la città, è arrivata di notte una prima ordinanza, all’indomani una seconda integrazione e poi una terza, più completa, in cui si invitava la popolazione a usare ancora maggiori cautele. Di dubbi ne restano però ancora molti. In attesa dei dati che sarà l’Arpa a fornire, ci chiediamo se l’amministrazione abbia predisposto adeguate misure di sicurezza per il Mol, il mercato ortofrutticolo che si trova proprio a poca distanza dal luogo dell’incendio, per lo stesso mercato settimanale, che la mattina successiva si è regolarmente tenuto con l’esposizione di prodotti alimentari. E poi per gli anziani, i fragili, le famiglie e i bambini che vivono a pochi passi dallo stabilimento, all’ex Rossi Sud, che per la sindaca sono ‘cittadini come gli altri’ ma da due anni sono in una situazione di promiscuità all’interno di un capannone. Sono state adeguatamente informate queste persone o si è contato sul fatto che leggessero i social?”.