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Influenza, virus respiratorio sinciziale e Covid: picco di casi tra i bambini. I consigli dei pediatri

Numeri meno allarmanti rispetto allo scorso anno ma a breve dovrebbe essere raggiunto il picco di casi tra i più piccoli

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Tra ottobre e febbraio l’influenza colpisce milioni di persone, specialmente bambini e anziani, i soggetti più a rischio. Come riconoscere e prevenire questa malattia virale ad alto impatto sociale? Ecco i consigli della Società Italiana di Pediatria.

Quali sono i sintomi

Dopo un’incubazione breve (1-3 giorni), la malattia si manifesta improvvisamente con vari sintomi come febbre, cefalea, malessere e dolori ossei e muscolari diffusi. Successivamente predominano i sintomi di tipo respiratorio come tosse, congestione nasale, mal di gola.

Nei lattanti, in genere, la febbre non si manifesta, ma si osservano vomito e diarrea. La durata dell’influenza varia da 5 a 10 giorni con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi.

Le possibili complicanze

In alcuni casi, però, l’influenza può causare serie complicanze come polmonite batterica o da virus influenzalemiocarditeotite. I soggetti in cui le complicanze si manifestano più frequentemente sono quelli con particolari fattori di rischio come ad esempio malattie croniche (cardiache, polmonari, neurologiche, renali, epatiche, diabete, fibrosi cistica, Sindrome di Down). Una rapida valutazione è opportuna se il bambino presenta comorbidità, se molto piccolo, se sta molto male, se rifiuta di mangiare e di bere.

Prevenirla è possibile?

L‘ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) raccomanda di:

  • evitare luoghi affollati;
  • lavare frequentemente le mani;
  • evitare di toccarsi occhi, naso e bocca;
  • evitare il contatto con persone ammalate;
  • coprire bocca e naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce/ starnutisce;
  • gettare il fazzoletto usato nella spazzatura;
  • isolarsi volontariamente in caso di iniziale sintomatologia;
  • areare regolarmente le stanze dove si soggiorna.

La vaccinazione resta comunque la forma più efficace di prevenzione dell’influenza.

Quando fare il vaccino?

In età pediatrica il vaccino antinfluenzale è fortemente raccomandato per tutti i bambini di età compresa tra 6 mesi e 6 anni. In generale, i principali destinatari dell’offerta di vaccino antinfluenzale sono gli anziani, gli operatori sanitari, le donne in gravidanza, tutti i soggetti fragili di qualunque età (sopra i sei mesi di vita) con patologie/condizioni di base che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza. 

Vaccino iniettivo o spray nasale?

Per i bambini sono disponibili due diverse tipologie di vaccino antinfluenzale: il vaccino iniettivo “tradizionale” e lo spray nasale. Il primo è un vaccino quadrivalente con virus frammentati “split” inattivati somministrato per via intramuscolare. Il vaccino con spray intranasale, invece, è un vaccino sempre quadrivalente, ma vivo attenuato: ovvero contiene microrganismi vivi ma resi innocui. Entrambi i vaccini sono efficaci e sicuri. L’indicazione su quale prodotto usare è in base all’età, alla disponibilità delle dosi e all’indicazione del pediatra.

La vaccinazione antinfluenzale iniettiva e quella anti-Covid possono essere effettuate nella stessa seduta vaccinale in due sedi anatomiche differenti. Le vaccinazioni nascono per stimolare la risposta immunitaria, non stressano il nostro sistema immunitario e farle in contemporanea è un vantaggio in termini di protezione. Nel caso di vaccino spray sarà il pediatra a dare indicazioni sulle tempistiche adeguate.

Non solo influenza

Oltre all’influenza, anche virus respiratorio sinciziale e Covid stanno accompagnando la stagione invernale. Rispetto all’anno scorso, però, il numero di casi sembra destare meno preoccupazione. A seguito della quasi totale abolizione delle misure di protezione adottate in pandemia, infatti, la passata stagione invernale ha messo a dura prova le Pediatrie italiane. Perché? In particolare a causa dell’epidemia di bronchioliti da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) a cui si è sommata la contemporanea circolazione di influenza anticipata, Covid e altri virus respiratori.

«I dati australiani, cileni, argentini, Paesi dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre, lasciano ipotizzare che il picco del VRS sarà raggiunto a dicembre-gennaio, tornando così alla situazione pre-Covid e i casi, sebbene sempre numerosi, non dovrebbero essere quelli di un’ondata eccezionale» afferma Fabio Midulla, Presidente della SIMRI (Società Italiana Malattie Respiratorie Infantili) e Ordinario di pediatria all’Università Roma La Sapienza.

I dati aggiornati

Secondo i dati di RespiVirNet, il Sistema di Sorveglianza epidemiologica e virologica dei virus respiratori dell’Istituto Superiore di Sanità, giunto alla terza settimana di sorveglianza virologica, la circolazione dei virus influenzali si mantiene a bassi livelli, sebbene si registri un lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Su 1.115 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete RespiVirNet, 87 (7,8%) sono risultati positivi al virus influenzale, 85 di tipo A e 2 di tipo B. Tra i campioni analizzati, 163 (14,6%) sono risultati positivi per SARS-CoV-2, 80 (7,1%) per RSV, per cui a breve sarà disponibile un vaccino, e i rimanenti 197 sono risultati positivi per altri virus respiratori.

I più colpiti sono i bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 24,7 casi per mille assistiti (18,5 nella settimana precedente). La scorsa stagione in questa stessa settimana l’incidenza di sindromi simil-influenzali (ILI)  nei bambini nella stessa fascia di età era quasi il doppio, pari a 49,2 casi per mille assistiti. – Fonte Fondazione Umberto Veronesi.

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