Intelligenza Artificiale, l’intervento di Catani (Udc) sulla mozione

"La mozione in maniera lungimirante pone l’accento sulla necessità di istituire un apposito registro degli algoritmi e delle tecnologie"

Nella mozione presentata, si sprona l’Amministrazione comunale a lavorare tempestivamente e con giudizio all’implementazione di tutte quelle attività che nei processi di digitalizzazione della PA adottano le più recenti tecnologie digitali quali l’intelligenza artificiale – che da sola servirebbe a ben poco –, ma che assieme al portato di sensoristica che va sotto il nome di Industria 4.0 che rende gli oggetti come i semafori, i frigoriferi, le lampadine “intelligenti” o per meglio dire SMART, aprirebbe nuovi orizzonti.

Il combinato disposto di artefatti intelligenti – che producono massive quantità di dati –, da mettere nella pancia dei sistemi di intelligenza artificiale, aprirebbero le porte del Comune inteso come ente e come città, nell’era delle Smart City.

Vorrei citare Piero Angela che in merito alla rivoluzione digitale scriveva:

«La nuova rivoluzione tecnologica, quella digitale, ha qualcosa di diverso rispetto alle precedenti: è arrivata molto velocemente e richiede un adeguamento rapido. Le innovazioni che in continuazione stanno nascendo richiedono una altrettanto veloce capacità di apprendimento e di adattamento. Anche perché, per funzionare, le nuove tecnologie hanno sempre bisogno di uomini e donne che le sappiano non solo utilizzare, ma anche inventare e gestire.»

Proprio in tal senso si muove questa mozione quando chiede a Sindaco e Giunta di:

  • Realizzare fin dall’età scolare, percorsi didattici appropriati alla formazione di questi nuovi strumenti
  • Promuovere iniziative che sensibilizzino l’opinione pubblica sul tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in chiave etica

In tal senso poi è bene sottolineare che i dati che vengono utilizzati per addestrare un sistema portano con sé, ben nascoste, tutte le sfumature ed i pregiudizi della società che descrivono. L’intelligenza artificiale, in pratica, non si comporta in modo etico. Non si comporta nemmeno in modo non etico. Non ha proprio idea di cosa sia l’etica; ma noi che osserviamo le sue predizioni, possiamo valutare sé i risultati sono allineati o contrastanti con i nostri principi etici.

A tal fine la mozione in maniera lungimirante pone l’accento sulla necessità di istituire un apposito registro degli algoritmi e delle tecnologie di intelligenza artificiale utilizzate dall’amministrazione, in modo da garantire la trasparenza ed i diritti digitali dei cittadini, muovendoci in direzione della neutralità degli algoritmi, al fine di evitare casi di discriminazione algoritmica. Siamo difatti di fronte ad un cambiamento epocale nella storia dell’umanità; le nostre saranno le prime generazioni a subire le “scelte” delle macchine.

Il mutuo che ci viene o non ci viene assegnato, stessa cosa per la multa, la possibilità o meno di entrare in quella posizione all’interno del pronto soccorso o in una data scuola, saranno decise principalmente dalle macchine, il nostro CV sarà preselezionato da delle macchine. Avremo bisogno di creare delle policy, che decidano i limiti, avremo bisogno di creare dei meccanismi di salvaguardia, capire cosa possono e non possono fare ed in che modi.

È adesso il momento in cui possiamo scrivere le regole per coesistere nell’ottica di porre le basi per il miglior utilizzo democratico di questi sistemi. In aggiunta a quanto detto, un punto qualificante, ma ancora mancante è relativo all’assenza di normativa, ad esempio, per l’utilizzo a fini commerciali. Faccio un esempio, tramite servizi di telecamere per la videosorveglianza di cui il Comune può esser già dotato, è già oggi possibile tecnicamente contare i passanti di Corso della Repubblica per vedere quanti potenziali clienti ci sono per i negozi. Questa tipologia di attività può essere utilizzata per fare business?

Assolutamente sì, però analogamente, serve l’autorizzazione del Comune? Probabilmente sì, o almeno forse potrebbe esser corretto. Questo esempio mi serve solo per sottolineare come l’introduzione di una nuova tecnologia così pervasiva, sé non ben regolata, potrebbe innescare problemi di privacy personale, basti pensare riprendendo l’esempio dei passanti appena sviluppato che l’amministrazione deve assicurarsi che il dato del cittadino sia anonimo mentre a garantirne l’anonimato è chi fornisce il servizio, ma è nuovamente l’amministrazione che deve poter raccogliere – qualora non lo avesse già – il permesso di raccolta ed utilizzo di questi dati, che poi per motivi di sicurezza, dovranno obbligatoriamente esser salvati in server cloud che non siano al di fuori della giurisdizione italiana.

Parallelamente bisognerà immaginare attività manutentive delle infrastrutture smart, quali videocamere, semafori intelligenti, e così via dicendo man mano che se ne andranno ad implementare di nuovi, perché ad esempio un artefatto installato al mare ha tempi più veloci di deterioramento del medesimo artefatto installato in centro città. Essendo questi i presupposti fondativi di questa mozione non posso far altro che anticipare il voto favorevole da parte del gruppo UDC.

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