Due ore di confronto aperto e senza alcun tipo di remora per ottenere risposte su una vicenda che tiene banco da ormai 3 anni, da quel 9 agosto 2020, quando la vita della famiglia Pozzi fu sconvolta dalla morte improvvisa, a soli 28 anni, di loro figlio Gianmarco, “Jimmy” per gli amici, il cui corpo fu ritrovato la mattina successiva incastrato in una intercapedine tra due edifici in zona Santa Maria a Ponza, dove il giovane lavorava come responsabile della sicurezza in un locale, con segni di percosse brutali sul corpo.
Tre anni lunghissimi, nei quali si è sempre pensato ad un tragico incidente, ad una caduta fatale. Ma qualcosa nella ricostruzione degli inquirenti ha sempre peccato di imprecisione e di superficialità, tanto da far diventare quella per la verità una vera e propria battaglia che, in modo assolutamente civile, la sua famiglia sta conducendo da tutti questi anni. La richiesta di verità e di una seria presa di responsabilità su eventuali errori commessi in fase di indagine, che oggi pomeriggio la famiglia di Jimmy, il papà Paolo accompagnato dal suo legale Fabrizio Gallo, ha potuto formulare all’attenzione della commissione Antimafia presieduta dall’Onorevole Chiara Colosimo alla presenza di esponenti della maggioranza e delle opposizioni in Parlamento.
Due ore di lungo confronto, parte delle quali secretate proprio per volontà della commissione. Due ore intense che nelle parole di Paolo Pozzi si riassumono così: “È andata benissimo. Finalmente mi sono liberato e ho potuto parlare di tutti gli errori commessi esternando tutte le nostre perplessità. Dai nostri interlocutori ho ricevuto impressioni positive. Ci hanno ascoltato con attenzione e ci hanno dato la massima disponibilità affinché questa vicenda possa chiudersi in maniera chiara e definitiva. Ci hanno detto e garantito – ha spiegato ancora il padre di Gianmarco Pozzi – che molto probabilmente le indagini da adesso in poi avranno un percorso più rapido e, soprattutto, hanno lasciato intendere che dietro la vicenda che ha visto vittima nostro figlio possa esserci la criminalità organizzata”.