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Covid, la variante Omicron 5 mette in ginocchio la provincia: il virus torna a fare paura

La dottoressa Lichtner: "L'incremento dei contagi non è mai una cosa positiva e la variante Omicron 5 crea inquietudine tra noi infettivologi"

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L’ondata covid di questa estate 2022 sembra già essere iniziata. I mille e passa casi di oggi testimoniano di come siamo tutt’altro che fuori pericolo. La contagiosità della variante Omicron 5, poi, sta facendo più danni del previsto.

L’agenzia di stampa Dire ha fatto il punto con la professoressa Miriam Lichtner, dirigente della Uoc Malattie infettive dell’ospedale Goretti di Latina. Proprio la dottoressa sottolinea come l’aumento dei casi in generale comporta, inevitabilmente, anche quello dei gravi: “Se i casi gravi sono pari all’1% e i pazienti sono 100 il caso grave sarà pari a 1 – spiega alla Dire – ma se i casi gravi sono 10mila, l’1% diventa chiaramente un numero considerevole. L’incremento dei contagi non è mai una cosa positiva e la variante Omicron 5 crea inquietudine tra noi infettivologi. Questo perché sappiamo che molti dei farmaci che avevamo a disposizione non sono efficaci sulle nuove varianti. Un esempio per tutti è quello degli anticorpi monoclonali”. In pericolo restano coloro che sono anziani ed i fragili.

I RIMEDI

Secondo la Lichtner resta indispensabile continuare ad utilizzare la mascherina di protezione “in modo ragionato” quindi in quelle situazioni, soprattutto al chiuso, dove si è maggiormente a rischio.

Rispetto soprattutto alla scorsa estate, poi, i medici hanno un’altra arma contro il virus: gli anti virali. “Ciò evita al paziente contagiato – continua la dirigente – tutti quegli effetti negativi tipici del contagio sia a breve termine, come la polmonite, sia a lungo termine come la sindrome post covid che si può riguardare anche problemi di tipo infiammatorio e articolare.

E’ importante che i Mmg sappiano queste cose e diano ai soggetti fragili questa valida opzione terapeutica entro i 3 giorni dal contagio fino ad un massimo di 5 giorni”.

CHI RISCHIA DI PIU’

“I fragili – conclude la Lichtner – e coloro che appartengono a categorie a rischio sono individuati in soggetti over 65, ma anche in persone più giovani ma con patologie oncologiche, i soggetti affetti dalle patologie broncopolmonari croniche come la Bpco e l’asma grave. Poi ci sono anche giovani che sono affetti da patologie infiammatorie intestinali e che sono trattati con anticorpi monoclonali anti citochinici. Non bisogna dimenticare che rientrano nella cerchia dei soggetti fragili anche gli obesi e quelli con sindrome metabolica”. –Fonte Agenzia DIRE www.dire.it

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