È stato approvato nei giorni scorsi un importante protocollo d’intesa tra l’Ente Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi e la Lipu per il recupero ecologico e funzionale dell’area del Laghetto degli Alfieri: un’area di proprietà della Regione Lazio e affidata in gestione all’Ente Parco, contenente attualmente anche edifici e strutture e individuata nel piano dell’area naturale protetta come zona di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale.
Con l’accordo raggiunto la Lipu si impegna a fornire collaborazione all’Ente Parco sia nella progettazione delle azioni necessarie al ripristino ambientale dell’area al fine di salvaguardarne la biodiversità che oggi è a rischio di degrado, sia anche nella definizione degli interventi di recupero, ove possibile, delle strutture esistenti e di realizzazione di nuove strutture che incentivino e agevolino in modo sostenibile la fruizione di una delle zone di maggiore interesse naturalistico del territorio del Parco. Ubicata in prossimità del Lago di Fondi e delle zone umide che lo circondano, infatti, l’area del Laghetto degli Alfieri offre condizioni di habitat ideali a una ampia varietà di specie di avifauna nidificante, stanziale e di passo. Studi recenti hanno registrato la presenza in loco di oltre 100 specie, alcune delle quali non comuni. La località è da tempo meta degli appassionati di birdwatching. Il contributo di competenze e di esperienze di un’associazione come la Lipu consentirà di mettere meglio a fuoco e di realizzare nel modo più idoneo gli interventi necessari a riqualificare il sito.
“Gli uccelli selvatici – ha dichiarato il direttore dell’Ente Parco, dott. Lucio De Filippis – sono uno dei principali indicatori della salute generale di un ecosistema. Per alimentarsi e nidificare, infatti, essi hanno bisogno di un habitat speciale: per questo la distribuzione di determinate specie permette di misurare il grado di salute di un territorio.
L’azione di tutela dell’Ente Parco ha consentito negli anni passati di evitare che il patrimonio di biodiversità dell’area del Laghetto degli Alfieri venisse seriamente compromessa da vari fattori di degrado. Si tratta ora di mettere mano a un programma complessivo di ripristino ambientale e di dotazione di strutture del sito, ponendo particolare attenzione appunto alla salvaguardia dei delicati equilibri ecologici dell’area. Da questo punto di vista il contributo di un’associazione come la Lipu, a cui va il mio più sincero ringraziamento per la collaborazione che si impegna a offrirci, risulterà certamente prezioso”.
“Il recupero ecologico e funzionale dell’area del Laghetto degli Alfieri – ha commentato ulteriormente il Commissario straordinario dell’Ente Parco, dott. Giuseppe Incocciati – si inserisce nel quadro generale degli obiettivi di tutela della biodiversità e di contrasto al cambiamento climatico, fissati dall’European Green Deal e dall’ottavo Programma d’Azione per l’Ambiente della Commissione Europea varato nell’ottobre 2022, oltre che perfettamente coerente con le finalità della Nature
Restoration Law, approvata dal Parlamento Europeo nel febbraio 2024, e volta a realizzare il recupero degli ecosistemi degradati nella misura del 20% entro il 2030.
La conclusione dell’accordo con la Lipu offre all’Ente Parco l’opportunità di avvalersi della consulenza e delle capacità operative di un’associazione che già oggi gestisce, in collaborazione con Amministrazioni pubbliche (Enti Parco, Regioni, Province, Comuni) ed Enti privati (società e fondazioni), un sistema di 31 aree protette denominato ‘Oasi e Riserve della Lipu’. Non potremmo avere migliore garanzia per la riqualificazione di un sito così importante proprio per la ricchezza e la varietà della sua avifauna”.
“Siamo felici – ha dichiarato Alessandro Polinori, presidente della Lipu – di poter offrire al Parco regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi, che ringraziamo, le nostre conoscenze volte al recupero e alla valorizzazione di questa importante area umida, che bene si inserisce nell’ottica del nuovo Regolamento europeo sui ripristini ambientali. La tutela della biodiversità è fondamentale non solo come valore collettivo in sé, ma anche come strumento per combattere i cambiamenti climatici e vivere in un ambiente più in salute e fonte di benessere per la gente”.
“Fin dai primi mesi del 2025, – dichiara Ugo Faralli, responsabile Oasi e Riserve – lavoreremo con i tecnici dell’Ente Parco per costruire un progetto finalizzato al recupero ambientale e delle strutture. Per il primo, sarebbe ideale ampliare le zone a canneto e più in generale ad acque basse, allo scopo di favorire uccelli e biodiversità che, sia a livello europeo che italiano, stanno subendo contrazioni numeriche proprio a causa della scomparsa di questo particolare habitat. Per il secondo – prosegue Faralli – occorre operare interventi negli edifici esistenti per organizzare una fruizione in linea con le aree protette in generale e nello specifico con questa porzione di Parco, quindi prevedendo un accesso controllato, un parcheggio per auto e bici, un Centro visite con annessa una ludoteca per attività con i bambini e ragazzi delle scuole, un sentiero con la presenza di capanni di osservazione”