L’antico Statuto di Sezze, presentazione il 25 marzo

La vita, le leggi, il territorio nel Cinquecento setino, in un libro a cura di Francesco Petrianni. Presentazione a Latina il 25 marzo

L’antico Statuto della città di Sezze, adottato nel 1520 e dato alle stampe nel 1547 per i tipi di “Mastro Antonio Blado Asolano calcografo del Santissimo Papa”, viene oggi ristampato per la prima volta tradotto dal latino in lingua italiana, grazie al meticoloso lavoro di Francesco Petrianni, con il titolo originale “Statuti e Costituzioni della Città di Sezze”. Laureato in Filosofia, giornalista pubblicista, Petrianni è stato per molti anni dirigente del settore cultura del comune setino, da sempre impegnato nella valorizzazione delle tradizioni locali, tra i promotori del restauro e della riorganizzazione dell’Archivio Storico comunale. Un lavoro lungo e impegnativo, frutto di un progetto dell’associazione culturale “Le Decarcie”, che riprende il nome dagli antichi rioni di Sezze, patrocinato dalla Compagnia dei Lepini e sostenuto dalla collaborazione del personale dell’amministrazione comunale di Sezze, delle Biblioteche setine e dell’Archivio storico comunale.

Il libro, edito dalla casa editrice Atlantide di Latina, diretta da Dario Petti, sarà presentato per la prima volta sabato 25 marzo alle ore 17:30 presso la Casa del Combattente di Latina in piazza San Marco. Ad affiancare Petrianni saranno alcuni illustri esponenti della vita culturale del maggiore paese dei Monti Lepini: Giancarlo Loffarelli, docente di storia e filosofia del liceo “Pacifici De Magistris”, Luigi Zaccheo, storico e studioso del territorio, Luigi De Angelis in rappresentanza dell’associazione “Le Decarcie” che modererà l’incontro. Il volume ricostruisce attraverso i suoi capitoli ogni regola inerente la vita del Cinquecento setino, dalle cariche politiche, alle liti e ai contenziosi tra privati, dagli obblighi della Comunità verso la Chiesa, al commercio, all’igiene pubblica, il regime delle acque, le fiere, il buon costume, i comportamenti in taverna.

Come scrive Luigi Zaccheo nella prefazione: “Leggendo alcune parti del nostro Statuto notiamo con quanta cura viene descritto, e nei minimi particolari, l’uso delle numerose peschiere che il Comune di Sezze possedeva in più zone nella Pianura Pontina (prima della bonifica idraulica fascista), peschiere da cui si ricavavano importanti cespiti; abbiamo molte notizie sulle importanti fiere di San Luca e di San Lidano che si tenevano per alcuni giorni ed erano aperte anche ai cittadini dei centri vicini (in occasione delle fiere, per favorire il commercio venivano abolite le gabelle); veniamo a conoscenza di numerosi toponimi del territorio di Sezze di cui molti ancora esistenti”. Particolare attenzione veniva posta all’uso dei frantoi per l’olio e per il grano, delle macellerie.

Alle regole di comportamento ben precise, con altrettante chiare ammende, cui dovevano attenersi i proprietari di animali (mucche, bufale, porci, pecore, capre, cavalli) che recavano danno alle proprietà degli altri. I danni arrecati dagli animali ad un campo di grano, ad un vigneto, ad un uliveto, ad un semplice pascolo erano puniti e risarciti in modo diverso, essendo diversi i loro valori. Un libro che consente di immergersi in quella che era la vita quotidiana nel XVI secolo di uno dei più importanti comuni della provincia pontina e della regione Lazio. 

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