«Ho appreso con favore della costituzione di parte civile del Comune nel processo penale per il fallimento della Latina Ambiente e della trasmissione degli atti alla Corte dei Conti, nonché dell’introduzione nella bozza del nuovo Regolamento dell’avvocatura della bancarotta fraudolenta tra i reati per cui è opportuno che l’Ente si costituisca parte civile. Tuttavia, restano grandi dubbi su alcune scelte politiche ed amministrative, prima fra tutte quella di impegnare 7.600 euro di soldi pubblici per un parere non necessario, disatteso poi anche dalla stessa Sindaca».
Il capogruppo del M5S, Maria Grazia Ciolfi, si dice solo parzialmente soddisfatta delle risposte dell’assessora Nasti all’interrogazione presentata oggi in Question Time sulla costituzione di parte civile nel processo relativo al fallimento dell’ex società partecipata, il parere legale del professor Pernazza e il regolamento dell’avvocatura comunale in corso di rimodulazione.
«Un parere inutile – sottolinea Ciolfi – perché sull’opportunità della costituzione di parte civile si era già espressa l’avvocatura comunale attraverso la delibera del commissario Valente (n.77 del 2023) in cui veniva incaricato della costituzione l’avvocato Francesco Paolo Cavalcanti il quale ripercorreva tutti i capi di accusa dei rinviati a giudizio e dichiarava chiaramente la legittimità dell’Ente di costituirsi parte civile, in ragione dei danni morali e materiali subiti, se confermati i capi di accusa».
«Dunque non era necessario alcun parere esterno. Inizialmente la Sindaca aveva dichiarato di voler andare verso la giurisdizione contabile per perseguire gli interessi dell’Ente e, al contempo, essere garantista anche perché, relata refero, tra gli indagati vi erano persone di sua fiducia. Immaginiamo si riferisse ai suoi due collaboratori, di cui uno dimissionario proprio in concomitanza della scelta di procedere alla costituzione di parte civile per evitare il conflitto di interesse. Ma ora, dopo il parere, ha deciso per la costituzione di parte civile. Ci chiediamo se l’interesse dell’Ente, e quindi della collettività, coincidesse con quello del garantismo».
Altro motivo di insoddisfazione, per la consigliera, lo stallo in cui versa la definizione del nuovo Regolamento dell’avvocatura. «L’assessora Nasti – spiega Ciolfi – ha riferito che dal tavolo di confronto con i sindacati e le parti sono emerse osservazioni e una proposta di regolamento molto diverso dalla bozza iniziale. Probabilmente questa non è risultata condivisibile dalle parti e dai sindacati, i cui pareri non possono essere disattesi dall’Ente. Pertanto è necessario un lavoro di ricucitura per arrivare a una soluzione condivisa in tempi brevi. Tutto questo al fine di dare piena operatività al servizio dell’avvocatura comunale, che ricordo essere ancora senza un coordinamento e con un dirigente ad interim, ruolo ad oggi ancora ricoperto dalla segretaria generale, condizione inaccettabile per l’importanza e la peculiarità che la funzione dell’avvocatura pubblica riveste per l’Ente».