Latina – Il centrodestra pronto a sfiduciare Coletta nel Consiglio Comunale di domani

Potrebbe finire ancora prima di partire l'avventura, la terza, di Damiano Coletta sullo scranno di primo cittadino di Latina

Potrebbe finire ancora prima di partire l’avventura, la terza, di Damiano Coletta sullo scranno di primo cittadino di Latina. Nei giorni che hanno preceduto la tornata elettorale di ieri, prima quindi del silenzio elettorale imposto per legge, le varie anime del centrodestra di Latina hanno chiaramente espresso la propria posizione. In occasione del primo consiglio comunale del prossimo 28 settembre, infatti, i partiti dell’opposizione hanno annunciato l’intenzione di abbandonare l’aula per sfiduciare Coletta.

Lo dichiarano a chiare lettere quelli di Fratelli d’Italia, ai quali fanno eco, con dichiarazione identiche, quelli di Latina nel Cuore. Nessun comunicato stampa, ma anche la Lega, per bocca di Matteo Salvini (presente a Latina venerdì in occasione proprio della chiusura della campagna elettorale), ha chiaramente espresso la propria intenzione di far cade la giunta Coletta. All’appello mancherebbe solo Forza Italia. Il leader provinciale, Claudio Fazzone, ha nelle scorse settimane fatto capire di essere perfettamente allineato agli alleati. Vedremo se la posizione verrà mantenuta oppure se gli azzurri correranno di nuovo, come accaduto ad ottobre, in soccorso del sindaco.

I rapporti di forza

La situazione in seno al consiglio comunale di Latina, infatti, è molto semplice: il neo sindaco può contare su una maggioranza che maggioranza non è. Sono appena 13 gli eletti tra i ‘fedeli’, contro i 19 che sono avversari. Quello che in gergo si chiama ‘anatra zoppa’ (per indicare un sindaco che non ha la maggioranza), porterà alla caduta di questa giunta, alla nomina del commissario ed al ritorno alle urne previsto, a questo punto, presumibilmente, per la prossima primavera, quando si voterà anche per il rinnovo del consiglio regionale.

Aspettiamo l’evolversi della situazione, quindi. Se tutto andrà come ormai pare scontato, ci saranno altri 5-6 mesi di commissariamento, un’altra campagna elettorale (che per i vari candidati non sarà certo gratuita) con il rischio che la situazione attuale torni a ripetersi. Ed intanto il capoluogo, vero cuore pulsante di tutta la provincia, resterà senza una progettualità.

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