“Pensare alla realizzazione di aree pedonali attrezzate, con tutte le implicazioni e le trasformazioni che ne potrebbero conseguire, non è decidere se aprire o chiudere al traffico un incrocio è una scelta che coinvolge un modo di vedere la città e che può indurre cambiamento importante sul livello di qualità della vita”.
Le parole dell’associazione Uber Center Latina dopo un incontro tenutosi il 22 agosto insieme alle associazioni Aconaid, Aifo, Apa, Ariel, Cammino Odv, Centro Socio-Culturale Anziani Viorio Veneto, Comitato Parco Urbano Acque medie, Domus Mea, Ecomuseo Lazio Virgiliano, Italia nostra Lana, La Domus, Legambiente-Circolo Arcobaleno Ponno.
“Mentre tutto il mondo civile riflette sulle trasformazioni urbane utili a guidare le città verso la sostenibilità, la riduzione del traffico automobilistico e dell’inquinamento, anche acustico, verso la difesa dell’ambiente e la protezione della salute pubblica; mentre da ogni parte si ragiona sul benessere e sulla bellezza, sui luoghi per stare e per incontrarsi, sulla mobilità dolce (pedonalità e ciclabilità), tutte caratteristiche in grado di favorire e stimolare anche il turismo, e mentre ancora dall’Europa ci giunge il sostegno per stimolare ed obbligare le nostre Amministrazioni ad utilizzare le metodiche della partecipazione, cioè del confronto con i cittadini in maniera preliminare ad ogni decisione che preveda trasformazioni urbane di qualsiasi genere ed entità, pena la perdita dei finanziamenti, cosa ci si inventa a Latina, senza confrontarsi con l’opinione dei cittadini?
È evidente a tutti che le zone pedonali sono in grado di avviare un percorso di miglioramento della qualità della vita, in direzione della città futura, e di rispondere, quindi, a tutte le domande appena poste, comprese quelle economiche, comportando anche un sicuro stimolo al turismo, specialmente se inserite in una rete di collegamenti a punti strategici del territorio.
Intanto notiamo che non si fa alcuna menzione del questionario somministrato ai cittadini sul tema del mantenimento e ampliamento dell’isola pedonale nel corso del 2022, con 717 risposte, delle quali 675 dagli abitanti di Latina (“importante” per l’86,5%, “da rendere definiva e attraente” per il 98,4%). Se qualcuno si fosse reso conto, non solo di quello che ci stanno chiedendo le Normative attuali (Europee, Nazionali e Regionali), ci si sarebbe presi la briga di coinvolgere la città, continuando la strada aperta dal questionario richiamato. Che, poi, nei giorni di lavoro l’affluenza risulta minore che nei giorni festivi, per un centro città privo del sostegno dell’attrazione turistica sembra un risvolto logico e normale.
Quando si pensa al futuro di una città, occorre farlo in modo strategico e puntare la visione sulla complessità delle correlazioni e dei percorsi praticabili, dall’economia alla mobilità, dalla cultura alla transizione ecologica, dai centri di aggregazione alla tutela dei più deboli. È evidente che necessita uno sguardo “consapevole” e che non si può improvvisare. Si assiste invece a decisioni e comportamenti nei quali non c’è traccia né di approfondimento consapevole né di confronto partecipativo. Si chiedono – in conclusione – fondi per celebrare il centenario dalla fondazione, cosa buona evidentemente, ma con quale città ci si avvia verso la Latina futura? E pensare che nelle casse dell’Amministrazione giacciono fin dal maggio del 2021 gli “Studi per il piano strategico della città e del territorio di Latina”, elaborata dal Ce.R.S.I.Te.S. – Università La Sapienza, a cura del prof. Alberto Budoni”.