Si è svolta ieri al Polo didattico di Frosinone di UNICAS (Università di Cassino e del Lazio Meridionale), una giornata dedicata alla promozione di un nuovo segmento del Turismo: quello del Grano e della Pasta. Lo scopo dell’evento è quello di supportare la candidatura della cucina italiana all’Unesco e il progetto valorizza tutti i piccoli agricoltori che custodiscono la biodiversità del Lazio, trasformandola in un’esperienza gustativa riservata a pochi curiosi. C’è da considerare che in Italia e nel Lazio ci sono oltre 2mila varietà di grani antichi: la Ciociaria è una delle protagoniste con una storia cerealicola straordinaria. Spesso i grani antichi sono coltivati in piccoli apprezzamenti di terreno, spesso in aree minori di grande fascino naturalistico, con una produzione che arriva a malapena a 10ql ad ettaro, spesso in parte mangiata dai cinghiali. La loro coltivazione non è conveniente per le grandi produzioni, ma è un’esperienza unica per il palato e può favorire la multifunzionalità delle imprese e attrarre nuove forme di turismo legato ai grani.
«Il Turismo del Grano rappresenta un’opportunità senza precedenti per il nostro territorio, ricco di storia e di tesori gastronomici. Come Assessore sono entusiasta di vedere il crescente interesse per questa forma innovativa di turismo, che non solo celebra le nostre tradizioni agricole, ma offre nuove prospettive di sviluppo economico per le nostre comunità rurali, proprio come sta accadendo per l’eno-oleoturismo, che di recente la Regione ha disciplinato. L’impegno congiunto di istituzioni e operatori del settore può trasformare anche il Turismo del Grano in una risorsa preziosa per i territori, innescando un circolo virtuoso di crescita, capace di unire tradizione, innovazione e sostenibilità ambientale». Lo ha dichiarato l’assessore al Bilancio, alla Programmazione economica, all’Agricoltura, alla Sovranità alimentare, alla Caccia e alla Pesca e ai Parchi e alle Foreste della Regione Lazio, Giancarlo Righini.
«Il Turismo del Grano o dei cereali rappresenta un’opportunità straordinaria per esplorare le radici profonde della nostra cultura agricola. Questo connubio tra tradizione e sostenibilità offre un’esperienza unica, che ci permette di apprezzare non solo la bellezza dei paesaggi rurali, ma anche la ricchezza della nostra biodiversità agricola, che Arsial, nella sua veste di Agenzia pubblica, è chiamata a tutelare e valorizzare. Le possibilità di sviluppo legate al turismo del grano sono enormi. Includono l’organizzazione di visite guidate la creazione di esperienze culinarie e la promozione di prodotti locali. Arsial è fermamente impegnata nel promuovere questa forma innovativa di turismo, che non solo valorizza le nostre antiche varietà di frumento, ma anche le comunità agricole che le coltivano con cura e dedizione, trasformando la tradizione in opportunità di crescita». Ha aggiunto il Commissario straordinario di Arsial, Massimiliano Raffa
«Ancora una volta siamo protagonisti insieme alle realtà più dinamiche e virtuose del territorio per promuovere e valorizzare lo sviluppo rurale e il turismo sostenibile attraverso le aziende “agricole”, che rappresentano la nostra più grande ricchezza. Gli “itinerari del grano” andranno a sostanziare la “dieta mediterranea” che l’UNESCO propone come patrimonio dell’umanità». Ha evidenziato il rettore dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Marco dell’Isola.