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Licenziato perché disabile, il PD Castelforte non ci sta: “Brutta pagina per il Comune”

"Mancano interventi che non siano di facciata; manca l’ascolto delle esigenze del cittadino che invece sembra lasciato in balia di sé stesso"

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“Licenziato perché disabile”. “Una brutta notizia. Davvero una brutta notizia quella appresa negli ultimi giorni relativa a un licenziamento operato dal nostro Comune nei confronti di un onesto lavoratore. Una persona che si era fatta apprezzare nel pur breve periodo durante il quale ha lavorato alle dipendenze del Comune di Castelforte.

Lo dichiarano, in una nota, i consiglieri comunali del Partito Democratico, Giuseppe Rosato e Giancarlo Cardillo, e il segretario dei Dem locali Ferdinando Orlandi.

Il comune, nonostante l’impegno quotidiano profuso dall’operaio recedeva dal contratto di lavoro per asserito mancato superamento del periodo di prova. Già tale accadimento ci lascia basiti. Ma purtroppo non è tutto. Infatti, il Tribunale di Cassino, oltre ad annullare l’atto compiuto dal Comune, ha qualificato il licenziamento come discriminatorio. Dove sono finiti – ci chiediamo – gli intenti dell’attuale amministrazione comunale di stare vicino alle persone in difficoltà e soprattutto, di colmare il gap che può crearsi tra diversi cittadini in un contesto sociale? Dobbiamo, nostro malgrado, pensare che si tratta solo di spot? Che tra i principi dell’attuale amministrazione comunale non rientri l’impegno a eliminare ogni odiosa discriminazione?

Ci risulta che la situazione balzata ultimamente ai “disonori della cronaca” non sia l’unica. Sembrerebbe che vi è una seconda azione promossa dinanzi al Tribunale competente perfettamente sovrapponibile a quella appena citata. Auspichiamo almeno che si faccia quanto più possibile per evitare una seconda probabilissima condanna dello stesso tenore letterale che comporterebbe un’ulteriore voce di spesa per le casse comunali; importi che i cittadini farebbero volentieri a meno di versare perché, ovviamente sarebbero tolti a servizi per la comunità.

Infine, non possiamo esimerci dal constatare che l’apporto dei lavoratori licenziati, almeno uno ingiustamente, avrebbe sicuramente potuto aiutare il nostro comprensorio. Infatti, l’abbandono e l’incuria caratterizza da tempo il centro cittadino del nostro paese e le zone limitrofe. Mancano interventi che non siano meramente “di facciata”; manca l’ascolto delle esigenze del cittadino che invece sembra lasciato in balia di sé stesso.

Un capitolo a parte meriterebbero le zone secondarie come la parte sottostante i campetti sportivi, divenuta ormai una vera e propria discarica a cielo aperto, così come la piazzola antistante le scale che da Via Pozzillo portano in Piazza Medaglia d’Oro; le bottiglie rotte ormai non si contano più e determinano un aumento esponenziale dei pericoli per gli utenti.

Se l’Amministrazione avesse ascoltato le doglianze del lavoratore discriminato e del secondo operaio licenziato (il cui caso per ora è sub-iudice), avrebbe magari limitato le ingenti somme impiegate e avrebbe consentito alla storia del comune di non macchiarsi di un atto così poco nobile.

Ebbene, in concreto, qual è il piano di gestione della manutenzione a Castelforte? Dove quella delle piazze e delle zone pedonali pubbliche?

E, alla luce di quanto successo, ci verrebbe da aggiungere: come opera l’amministrazione sul sociale e sui servizi alle classi sociali sfavorite? Le famiglie castelfortesi, nostro malgrado, ci hanno rappresentato preoccupazione e dissenso per lo stato di degrado e di insicurezza che si vive in paese; ora però giustamente non ne possono più! E, sinceramente, neanche noi!

Perché per via di scelte scellerate e sovraniste di quest’amministrazione vediamo rappresentata un’immagine di Castelforte fuori dai nostri confini del tutto brutale ed immorale. Per non parlare dell’ingente debito fuori bilancio (che ammonterebbe, da primi calcoli effettuati, all’incirca tra i 40.000 e i 60.000 €) che prossimamente ci ritroveremo in Consiglio per far fronte alle spese cui il comune è stato condannato (risarcimento dello stipendio del dipendente dalla data di licenziamento alla data di reintegro più spese legali e giudiziarie).

Ci permettiamo di consigliare a questa maggioranza di “cambiare metodo” amministrativo, che fino ad oggi è stato quello di seguire esclusivamente le indicazioni di un unico soggetto che ha portato però solo a perdere così consensi e credibilità. Suggeriamo di differire da quella politica di proselitismo becero attuata finora sfruttando la leva del traditore di turno sempre pronto al cambio di casacca in spregio alla volontà popolare.

Tutto questo forse pensano che gli sia ancora consentito perché credono, sbagliandosi, che la minoranza è ancora articolata in modo non omogeneo; al contrario si sta continuando con maturità a portare avanti una linea comune accettando anche sensibilità diverse perché noi abbiamo il compito di far sì che tutto ciò non continui, oggi come nel futuro”.

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