“Con il senno di poi, avrei preso le stesse decisioni del comandante della nave. In quei frangenti si stavano verificando diverse situazioni e tutte nello stesso momento. Per questo motivo credo che quella di partire sia stata una scelta dettata dall’esperienza”. Ne è convinto il sindaco di Ponza, Francesco Ambrosino, che parla al nostro giornale di quanto accaduto venerdì pomeriggio sulla nave Tetide, nel tratto tra l’isola pontina e Formia. Un viaggio terribile per le quasi 200 persone a bordo del traghetto della LazioMar, spinto da venti ad oltre 60 nodi e con onde che arrivavano a cinque metri di altezza.
Su quella nave c’era anche il primo cittadino di Ponza, che ha spiegato i fatti dal suo punto di vista: “Intanto mi preme precisare che non c’era alcuna allerta meteo. La stessa nave era arrivata a Ponza qualche ora prima in tutta tranquillità e in maniera regolare. Il vento era forte ed era stato impossibile partire nell’orario previsto, alle 14:30. Ma le previsioni indicavano una diminuzione del vento prevista nella fascia oraria tra le 15:30 e le 16. Il problema – ha confermato il sindaco di Ponza – è che ad un certo punto le forti folate hanno spezzato due cime di poppa. In quella situazione e con il rischio che si rompesse anche la cima di prua e la nave sarebbe stata in balia delle onde in pieno porto, si è deciso di partire”.
Un viaggio complicato, soprattutto nella fase di uscita dal porto, con la nave lentissima (per cause di forza maggiore) e le onde sempre più alte. Cinque ore e mezza invece delle due previste per raggiungere Formia, con le persone a bordo costrette a vivere una vera e propria esperienza estrema, con il forte vento da Levante a rendere il rientro a Formia particolarmente complicato: “Alla fine del viaggio – ha concluso il sindaco Ambrosino – sono andato personalmente a fare i complimenti al comandante del traghetto per aver affrontato quella situazione in modo così professionale. Non è stato facile né per l’equipaggio né per noi passeggeri, ma posso affermare che quella, alla luce dei fatti, era l’unica scelta percorribile”.