Mangiare e bere fuori, aspetti ‘fondamentali’ per gli italiani: la riorganizzazione post pandemia

I pranzi fuori e le serata nei locali sono momenti importanti del vivere italiano: ecco come il settore si è reinventato dopo il covid

Stare insieme per bere e mangiare fuori è fondamentale per gli italiani, e ora come non mai lo è altrettanto che il locale adotti pratiche anti-spreco e che guardino alla sostenibilità. È quanto emerge dal secondo Rapporto Italgrob-Censis “Le nuove sfide per la distribuzione Horeca e il fuori casa” presentato questa mattina alla Fiera di Rimini all’International Horeca meeting nell’ambito della kermesse Beer attraction. Il circuito dei consumi ‘fuori casa’ fa i conti dopo gli anni della pandemia e alla luce del quadro economico attuale segnato da inflazione e conseguente aumento dei costi, nel corso di un convegno promosso proprio da Italgrob, ovvero la federazione dei distributori Horeca (hotel, restaurant e café). In questo senso, emerge il valore ‘psicofisico’ del settore, connesso alle relazioni sociali e allo stare insieme, per affrontare il periodo segnato dal moltiplicarsi delle emergenze e dal primato della sostenibilità, e in definitiva migliorare la qualità della vita individuale e collettiva. Settore che con l’allentarsi dell’emergenza sanitaria da Covid-19 è potuto ripartire modulando l’offerta sulle nuove esigenze dei cittadini, garantendo l’approvvigionamento puntuale di cibi e bevande a costi sostenibili per imprese piccole e piccolissime, seppur alle prese con enormi difficoltà a seguito dell’ondata inflazionista, e che ora chiede attenzione da parte di governo e istituzioni.

La maggioranza degli italiani “ama bere e mangiare insieme perché lo ritiene un momento fondamentale del vivere italiano”, sottolinea Antonio Portaccio, presidente di Italgrob. Secondo la ricerca infatti il 92,9% degli italiani dichiara che lo stare insieme per bere e mangiare è uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita italiano, mentre il 91,1% delle persone apprezza i locali che comunicano le pratiche ecologiche quali, ad esempio, la riduzione degli sprechi. Pratiche sempre più al centro dell’agenda e particolarmente apprezzate dall’utenza, in particolare dei giovani, tra i quali oltre il 57% è pronto a portarsi via dal ristorante gli alimenti avanzati dai pasti. “Siamo e vogliamo essere i fautori delle tre ‘C’: collaborazione con le istituzioni e con autorevoli istituti di ricerca, cooperare e condividere progetti con associazioni di riferimento e crescere tutti insieme. È questo il ruolo di Italgrob nel contesto della filiera Horeca, prezioso e insostituibile”, aggiunge Dino Di Marino, direttore di Italgrob.

Un altro aspetto che emerge dal rapporto è l’apprezzamento nei confronti del mondo della movida, spesso connotato negativamente. Il 47,3% degli intervistati quando esce la sera si reca in locali pubblici e, in particolare, in quelli nei territori della movida: l’8,8% (oltre il 23% tra i giovani) lo fa quasi sempre, il 10% almeno una volta ogni quattro giorni e il 28,5% sempre. Al 40,3% degli italiani piacerebbe uscire di più la sera, perché ritiene che avrebbe un effetto positivo sulla propria qualità della vita. Ma il quadro economico spaventa gli esercenti, che si trovano a ‘combattere’ anche le incombenze burocratiche.

Secondo Portaccio servirebbe maggiore “vicinanza alle problematiche di settore, in particolare di tipo normativo collegate al decreto Milleproroghe”, e più sostegno finanziario alle circa 365.000 imprese in Italia, dato che molte sono “a carattere strettamente familiare, dove ci lavorano marito, moglie e figli, hanno poco patrimonio, e quindi difficoltà di accesso al credito molto, molto alte”. Appello accolto dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, che in collegamento video ha invocato l’uscita dall’emergenza per il settore, che fattura 17 miliardi di euro e “che ha dimostrato resilienza su tematiche che invece hanno ingessato il resto dell’economia, e per il quale pensiamo alla crescita con interventi per far correre la nave veloce e non solo tamponare le falle”, in particolare con i fondi del Pnrr. D’accordo anche la deputata Maria Cristina Caretta, delegata del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida: “Le nuove sfide sono il rilancio, la ripartenza e la capacità di confrontarsi in ambito europeo. Siamo certi che con il dialogo e il costante coinvolgimento delle realtà che operano all’interno della filiera riusciremo a difendere le nostre eccellenze e i nostri stili di vita”.

Infatti, la distribuzione Horeca “è uno di quei settori che ha maggiormente sofferto durante il periodo della pandemia”, ricorda Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis. “Ora sta recuperando i volumi del passato, è un settore importante dal punto di vista economico occupazionale per il Paese, ma anche per il valore sociale che esprime”, in questo momento storico in cui gli italiani hanno a che fare con alta inflazione e caro bollette.

Bene il tema della sostenibilità, ma bisogna affrontarla con criterio. Su questo è scettico Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria, secondo il quale “chiaramente gli imprenditori vogliono fare questa transizione ambientale, perché è giusto farla e il mercato lo chiede, ma purtroppo ho l’impressione che soprattutto in Europa, si stia mandando su un binario sbagliato, puramente ideologico e che alla fine non risolve il problema”, puntualizza Marchesini, seppur da “europeista convinto”. In particolare nel mondo dell’imballaggio, “questa direzione è assolutamente sbagliata”, visto che “si vuole privilegiare in maniera esclusiva il riuso e non il ricircolo”. Ma evidenzia come il Governo sia “molto attento a questi temi e però deve trovare delle forti alleanze in Europa”, perchè altrimenti “non riusciremo a risolverli da soli, rischiamo di arrivare alla fine di una catena e poter solo rimandare, come stiamo facendo per altre soluzioni, peraltro sciagurate, europee”. – Fonte www.dire.it –

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