Marcia giubilare per la terra, vescovo Viva: “Responsabilità per la salvaguardia del creato”

Un invito alla responsabilità e al cambiamento degli stili di vita, per il bene dell’ambiente e la salvaguardia del creato

Un invito alla responsabilità e al cambiamento degli stili di vita, per il bene dell’ambiente e la salvaguardia del creato e per contrastare la cultura dello scarto, così presente nella società contemporanea, è arrivato dal vescovo Vincenzo Viva sabato 15 marzo nel giorno della “Marcia giubilare per la terra” che ha visto riuniti istituzioni, associazioni e tanti cittadini, nel cammino da Santa Palomba fino alla Cattedrale di Albano.

Proprio in San Pancrazio, il vescovo Viva ha accolto, insieme al vescovo della diocesi di Acerra, Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana, i manifestanti che hanno aderito all’iniziativa proposta dalla Comunità Laudato si’ insieme con diverse realtà della comunità ecclesiale, con i sindaci e i rappresentanti istituzionali dei Comuni del territorio, i rappresentanti delle chiese cristiane, della Diocesi ortodossa Romena d’Italia, del Patriarcato ecumenico Sacra arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed esarcato per l’Europa meridionale, delle confessioni religiose del territorio, e insieme ad oltre 60 tra associazioni e comitati.

«Anche il nostro territorio diocesano – ha detto il vescovo Viva – così ricco di doni del Creato, così bello per tanti aspetti naturalistici e umani, vive le sue preoccupazioni e sofferenze. Noi come Chiesa, come pastori, sacerdoti, parrocchie e associazioni condividiamo le gioie e le ansie della nostra gente». Il vescovo ha quindi ripreso le parole di papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si’, in cui avverte che la sfida urgente della società contemporanea è quella di unire tutta la famiglia umana verso uno sviluppo sostenibile e integrale: «Il nostro territorio, accanto ai tanti doni – ha aggiunto Viva – vive purtroppo proprio quell’intreccio di quelle due crisi che papa Francesco ha richiamato nella sua enciclica Laudato sì: una crisi sociale e una crisi ambientale. I nostri parroci e amministratori hanno chiaramente davanti a se come certi quartieri delle nostre città, certe zone del territorio diocesano vedono intere case popolari, ghetti o dei veri quartieri, dove vengono “scaricate”, spesso da altre amministrazioni, persone indigenti e famiglie problematiche, quasi come se fossero dei “rifiuti umani” agli occhi del mondo. Questi poveri vengono scaricati a volte non lontani dagli scarichi della spazzatura che non si riescono a gestire responsabilmente altrove. A questo si aggiungono le ferite di tanti rifiuti abbandonati lungo le nostre strade, specialmente in alcune zone industriali, che deturpano il volto del Creato e del nostro territorio. Crisi sociali e crisi ambientali che, come dice papa Francesco, non sono separate, “bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”».

Da qui l’invito e l’esortazione del vescovo di Albano: «Siamo allora chiamati – ha concluso Viva – a prendere coscienza e responsabilità, a cambiare stili di vita, a impegnarci a livello educativo e stimolare l’azione culturale e politica. Siamo invitati a riflettere sul nostro modello di consumo e di produzione, a contrastare la “cultura dello scarto”. Una gestione sostenibile dei rifiuti implica non solo sistemi efficaci di raccolta differenziata e di riciclo, ma anche e soprattutto un ripensamento dei nostri stili di vita, orientandoli verso la sobrietà e la condivisione».

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