Ottobre Rosa, Jennifer e la sua battaglia contro il cancro: “Voglio urlare al mondo che sono viva”

La testimonianza di Jennifer: "Nonostante tutto sono più viva che mai, grazie alla scienza e al prezioso lavoro della ricerca"

Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, il più diffuso fra i tumori femminili. Per sensibilizzare la popolazione sul tema ed invitare chi può a sostenere la Ricerca sui tumori femminili, la Fondazione Veronesi ha raccontato la storia di Jennifer.

Jennifer nel marzo 2022 “inciampò” in una pallina piccola e dura in un seno sotto la doccia. L’ha “riconosciuta” subito perché già sua madre aveva avuto un tumore al seno e, prima di lei, la nonna. «In fondo me l’aspettavo. Sono partita subito con una visita, l’ecografia, l’incontro col chirurgo. Dagli esami è venuto fuori che era piccolissimo, però maligno e molto aggressivo. Sono stata operata nel giro di due settimane, con la quadrantectomia». Racconta Jennifer.

Dopo sono seguiti quattro cicli di chemioterapia. «Una botta pesantissima. Già la parola ‘chemio’ fa paura, poi nei 21 giorni di intervallo tra l’una e l’altra avevo dolori e nausea per una settimana o due. Non riuscivo a prendermi cura dei miei figli». Già, perché Jennifer è sposata da cinque anni e ha due bambini nell’età più magica dell’infanzia e un marito che è stato presentissimo e solerte per tutto il tempo della malattia. «Si occupava lui dei bambini, mi ha fatto sentire bella anche quando ero pelata e messa al peggio. La parola chemio mi sembrava che equivalesse a dire che il tumore era grave, che quindi avrei anche potuto morire. Poi la faccenda di perdere i capelli… Erano lunghi e biondi, due giorni dopo la prima chemio sono andata subito a farmeli tagliare».

«Oggi sono una persona diversa. Sono cambiata in meglio da tanti punti di vista. Non me la prendo più per le piccole cose, apprezzo di più quello che ho, sono più serena». – Conclude Jennifer.

“Noi di Fondazione Veronesi sottolineiamo tutto l’anno l’importanza della prevenzione e del sostegno alla ricerca, anche attraverso la condivisione di storie ed esperienze di donne incredibili che hanno affrontato la malattia, proprio come Jennifer”.

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